Siamo oltre cento, tra Associazioni, Enti e personalità della Società civile, della Chiesa, esperti sui temi della salute mentale, dell’integrazione sociosanitaria, della ricerca epidemiologica, dell’economia civile e dell’applicazione del “metodo Budget di Salute” per la produzione innovativa dei sistemi di welfare comunitario e generativo. A febbraio di quest’anno, come Rete Per un Nuovo Welfare avevamo scritto un accorato appello a Mario Draghi perché il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza potesse contenere gli elementi, declinati in dieci punti, di un “nuovo welfare”, offrendo al Governo la nostra collaborazione.
Abbiamo scritto nuovamente a Draghi e al suo Governo per evidenziare le mancate risposte e le carenze del PNRR in tema di welfare: «Abbiamo apprezzato lo sforzo della Sua Presidenza di offrire nel documento “Italia Domani” una lettura molto attenta alle criticità strutturali del nostro Paese in materia di digital divide, di riconversione ecologica delle fonti di energia e dell’economia, del divario infrastrutturale tra Nord e Sud, di fondi per la ricerca e la povertà educativa, per la coesione sociale e per la sanità diffusa, all’interno delle sei missioni di “Italia domani”, ma non ci siamo ritrovati nelle visioni che sottendono alle riforme ed agli investimenti previsti per far fronte alla ripresa ed alla resilienza».
- La programmazione delle 1288 Case della comunità su tutto il territorio nazionale all’interno della missione 6 è un obiettivo eccellente, ma se manca una programmazione in materia di co-progettazione personalizzata con il metodo del Budget di Salute, il rischio che si corre, in particolare nel Sud Italia, è di dar vita a nuovi edifici e a nuove entità burocratiche che aggiungono servizi, ma non trasformano il welfare assistenziale in un welfare autenticamente generativo. La nostra richiesta è che sia ripreso con urgenza il lavoro della Commissione parlamentare “Affari sociali” sulla Proposta di Legge sui Budget di Salute, presente come sperimentazione necessaria nel Decreto rilancio e portata avanti con successo in molte Regioni. Non si può attendere ulteriormente l’emanazione di uno strumento legislativo carente da oltre quarant’anni.
- Sul lavoro e la riforma dei Centri per l’Impiego, evidenziamo che, in assenza di un chiaro strumento di collegamento tra Reddito di Cittadinanza e nuove forme innovative dell’imprenditorialità civile per le aree interne e le piccole comunità, i Sistemi di Lavoro che verranno generati grazie al PNRR seguiranno e causeranno a loro volta il continuo spopolamento delle piccole comunità verso i grandi centri industriali esistenti e le aree già maggiormente servite dalle infrastrutture viarie e digitali. Insistiamo con il proporre il sostegno alla cooperazione di comunità e all’imprenditoria civile come forma di resilienza e di innovazione. Insistiamo nel sostenere che dal Reddito di Cittadinanza non bisogna andare indietro, ma in avanti, per un migliore dialogo tra welfare, vocazioni personali, storie familiari e territorio.
- Evidenziamo che “Italia Domani” non fa accenno alla urgente riforma dell’Ordinamento Penitenziario nell’ambito della programmata “Riforma della Giustizia” anche attraverso la valorizzazione delle esperienze virtuose di lavoro dei detenuti in carcere e fuori dal carcere e non dice nulla in materia di potenziamento delle misure alternative alla pena detentiva e di esecuzione personalizzata delle misure penali.
- Sia il capitolo delle riforme che quello della programmazione in materia di lavoro e di coesione sociale non prevedono alcuna riflessione organica in materia di diritti di “cittadinanza”. I cittadini extracomunitari, che oggi costituiscono una parte fondamentale del Paese sia in termini di welfare che di sviluppo economico, non riescono ad ottenere la cittadinanza italiana attraverso le regole del diritto già in essere nei paesi europei più sviluppati, ius soli o ius culturae, ma solo in base alla effettiva permanenza sul nostro territorio con sistemi anacronistici legati alla longevità dei contratti di lavoro e alla durata dei matrimoni. Chiediamo, dunque, che il PNRR spinga a mettere all’ordine del giorno del presente e dei prossimi governi la riforma dei diritti di cittadinanza consentendone l’acquisizione per nascita o per riconoscimento culturale, non potendo aspettare che altre generazioni vengano a salvarci dal nostro “inverno demografico”: in questa direzione deve essere intesa la necessità di investire nel SAI, Sistema Accoglienza Integrazione.
- Riteniamo assolutamente centrale per il futuro del paese la lotta alla povertà educativa e riteniamo importanti gli investimenti in tal senso appostati dal PNRR: sarà urgente capitalizzare e tesaurizzare l’esperienza di successo dell’Impresa sociale “Con I Bambini” per continuare a finanziare in un’unica modalità gli interventi in tutto il territorio nazionale, investendo risorse economiche per costruire percorsi formativi personalizzati per il contrasto alla povertà educativa nella forma dei Budget Educativi e dei Patti Educativi Territoriali.
- Siamo molto critici rispetto alla “nicchia” in cui il PNRR ha collocato sia l’agricoltura biologica che l’agricoltura sociale, nonostante i buoni propositi dichiarati. Chiediamo che la pratica dell’agricoltura biologica e delle filiere corte siano al centro di un vero rinnovo dei sistemi produttivi e di approvvigionamento favoriti dalla Pubblica Amministrazione e dai finanziamenti della PAC. Il PNRR cita i servizi Ecosistemici una sola volta ed in modo assolutamente carente e improprio, relativamente alla preservazione dei parchi e giardini storici. Chiediamo, quindi, di porre nell’agenda delle riforme del PNRR la conclusione positiva del disegno di legge n. 1711 rubricato “Disciplina dei sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali”.
- Chiediamo che le aree interne escano da una programmazione che le releghi unicamente al ruolo di “isole narrative del Paese” per entrare a pieno titolo nella pianificazione della transizione demografica, digitale ed ecologica, riconoscendo alle stesse il loro compiuto ed autentico valore in termini di peso ecosistemico.
- La vittoria della Campagna italiana contro le Mine che ha portato in Parlamento all’approvazione definitiva della legge “Misure per contrastare il finanziamento delle mine anti-persona e cluster bombs”, per noi è stata un successo straordinario. Ma chiediamo che sia avviata una vera riconversione delle centinaia di aziende belliche presenti in Italia in aziende per il bene comune. Sosteniamo con forza l’appello della società civile affinché l’Italia firmi e ratifichi il Trattato ONU di proibizione delle armi nucleari o almeno che il Governo italiano partecipi come Stato “osservatore” alla prima Conferenza degli Stati firmatari del Trattato che si terrà a Vienna a marzo 2022.
- Riteniamo l’assoluta urgenza di rendere effettivamente Universale il Servizio Civile e facciamo nostro l’Appello di CNESC, CSV.Net, Forum del Terzo Settore, Forum Nazionale del Servizio Civile. Chiediamo che il Terzo Settore sia collocato nella posizione co-progettuale del PNRR con il Governo e le pubbliche amministrazioni così come prevede la sentenza della Corte Costituzionale n. 131 del 26 giugno 2020. La maggior parte dei Comuni è in grado di rappresentare bene il fabbisogno specifico dell’interesse generale ma non in grado di articolarne le concrete progettualità necessarie.
Per tutte le ragioni sopra esposte, chiediamo di poter essere ascoltati in maniera puntuale e stabile e responsabile nella futura messa in opera delle riforme e degli investimenti del PNRR negli argomenti e nelle materie che abbiamo richiamato in questo nostro nuovo Appello e per i quali mettiamo a disposizione del Governo e delle diverse Commissioni Parlamentari tutta la nostra energia, le nostre interpretazioni della realtà e le nostre pratiche.