LA STORIA DELL'AC

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Documento normativo del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica

Premessa

La forza di un movimento

«Ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo» (GS 22). Questa semplice verità che il Concilio ecumenico Vaticano II ha proclamato aiuta a non vedere mai nel lavoro solo un mezzo di puro sostentamento. Da quando Dio si è fatto uomo in Gesù non esiste malvagità in nessuna opera dell’uomo, fuorché nel peccato. Il lavoro è diventato così uno spazio necessario perché l’umanità possa giungere alla sua pienezza e ogni persona vi possa fare tirocinio di umanità, di vita cristiana, di santità. Il lavoro non è un bene tra i tanti, ma è piuttosto il bene che dà accesso ad altri beni indispensabili per una buona qualità della vita come la realizzazione personale, l’autonomia, l’identità sociale, il futuro, la casa, la famiglia, i figli, il giusto riposo. Non è perciò solo uno strumento per soddisfare un insieme di bisogni, ma un luogo di costruzione e realizzazione della persona, dove si vive la solidarietà e si impara a mettersi al servizio di una fraternità universale.

Il Movimento Lavoratori vuole dire il Vangelo dentro la vita di chi lavora e dentro le sofferenze, le umiliazioni, le noie, le attese, le delusioni di chi lo aspetta per troppo tempo e non è aiutato a costruirlo o a cercarlo con la sua creatività e capacità. Il Vangelo è forza della vita, dà una capacità di incontro con la Parola viva che è Gesù, che permette di scavare più in profondità nella dignità umana e fa ritornare a camminare diritti nella vita. Nello stesso tempo è centro di una comunità che esprime solidarietà e stana tutte le sue risorse, comprese quelle spirituali, per metterle a disposizione di ogni ambiente e in particolare dell’ambiente di lavoro e di ogni condizione umana. La fede ridona l’uso della parola a tutti coloro che sono senza lavoro e a tutte le persone che vivono nella precarietà, sia giovani che adulti, per dire la propria mancanza di speranza che spesso diventa disperazione, il proprio disagio, la propria tentazione di non voler immaginare il futuro, la facilità di adattarsi a vivere di rimedi. La fede scava nei significati e nei valori di cui si è privati: una progettualità, l’autonomia, la possibilità di esprimere solidarietà, mettere alla prova le proprie capacità, condividere la creatività e la possibilità di offrire il proprio contributo alla vita di tutti, dare uno sbocco alla propria vocazione all’amore. Il Vangelo è l’orizzonte in cui chi lavora realizza il suo progetto di vita, offre alla costruzione di una società giusta il suo contributo responsabile, costruisce, sperimentando fatica e gioia, impegno e creatività, una convivenza più umana e pacifica. Sostiene, mentre si sperimenta il senso del limite, la fame di giustizia, la proiezione verso un mondo più bello, che non ci è dato, ma che può esistere. Tiene alti i desideri, non permette l’adattamento al ribasso, apre gli occhi alla condivisione con altri, aguzza la fantasia e dà un giusto valore alle cose.

È importante domandarsi:

• che messaggio ha il Vangelo da offrire a un giovane che lavora o che è in cerca di lavoro? A un adulto che fa della sua professione una vocazione?

• Come lo può aiutare a sperimentare l’amore di Dio nella sua condizione? Che speranza gli fa nascere in cuore?

• Che forza gli dà per non scoraggiarsi, per mantenere vivo il senso della sua dignità?

Talora, l’affanno per il solo guadagno, o la mancanza dell’essenziale per la vita, possono portare alla disperazione ma possono anche aprire all’affidamento senza riserve a Dio. È la ricerca di una radice che sta prima del lavoro e della disoccupazione, che va sperimentata sempre: la paternità di Dio.

Il Movimento vuole aiutare i lavoratori a rimettersi alla scuola del Vangelo, per porre al centro del lavoro la vita e non la facilità di guadagno, la persona e non l’efficientismo, la fraternità e non l’individualismo.

In questa missione è riferimento importante la Dottrina sociale della Chiesa, che nel Movimento viene studiata, meditata, diffusa e fatta diventare la grammatica di ogni proposta formativa e di ogni attività. Ultimamente, viene ad arricchire il patrimonio di ispirazioni e di orientamenti e ad offrire preziose indicazioni per il rinnovamento il messaggio del Papa all’Azione Cattolica (30 aprile 2004).

Il rinnovamento del Movimento Lavoratori

Il MLAC è inserito nel cammino di rinnovamento dell’associazione e con questo Documento normativo intende darsi una struttura nuova che, tenendo conto di quella precedente, la allarghi a nuove modalità aggregative.

L’idea principale è di promuovere una serie di esperienze di evangelizzazione nel mondo del lavoro che chiamiamo “progetti”.

Per “progetto” intendiamo gruppi di persone che si costituiscono nello stile dell’Azione Cattolica, per vivere la missionarietà in un ambiente di lavoro o in una situazione particolare di vita delle persone che lavorano o sono in cerca di lavoro. Nello stile della revisione di vita, accompagnano ogni attività con la riflessione, l’ascolto della Parola, la preghiera, la partecipazione alla vita comunitaria.

I gruppi vengono costituiti nell’esperienza viva del lavoro, facendo la proposta a tutti, facendo nascere sensibilità nei confronti di alcune particolari situazioni o luoghi. Essi vengono sensibilizzati a un bisogno, si mettono a disposizione, maturano una scelta più responsabile, sono aiutati a dare al problema una risposta orientata al Vangelo e gradatamente, a seconda del percorso di maturazione, sono aiutati a costituirsi e a collegarsi come nuove espressioni di movimento di AC.

In questo senso, il progetto è una unità di vita e di missione che si propone nel vivo della storia, si allarga per contagio e per azioni concrete, si pone domande, si orienta alla vita cristiana, si collega e si costituisce come Movimento Lavoratori dell’AC.

I gruppi di Movimento che hanno già una loro buona tradizione sono aiutati a sviluppare la loro vita propria con incontri formativi, vita associativa, momenti di spiritualità e assieme decidono di aprirsi a delle attività concrete di presenza nel mondo del lavoro attraverso i progetti.

Il metodo del Movimento

Manteniamo nella sua essenzialità il metodo del vedere-giudicare-agire, alla luce della nuova situazione ed esigenza di missione. Resta una scelta privilegiata l’impegno di nuova evangelizzazione e, quindi, di fare sempre riferimento a chi è lontano dall’associazione, dal Movimento, dalla fede stessa. Questa deve essere la popolazione di riferimento del MLAC!

Vedere (lasciarsi interrogare dalla vita): è osservare, con l’«intelligenza del cuore», la realtà lavorativa, sociale e politica che caratterizza il proprio territorio, mettere in evidenza le priorità, lasciarsi coinvolgere personalmente e come gruppo.

Giudicare (farsi convertire dalla Parola): è mettersi di fronte alla Parola e alla Dottrina sociale della Chiesa per lasciarsi convertire e trarre nuove impostazioni di vita secondo il Vangelo. È il momento dell’ascolto della Parola oltre ogni strumentalizzazione, oltre ogni scelta di comodo. In questa fase vanno messe in luce le necessità formative e di evangelizzazione che diventano evidenti nel realizzare il progetto. Il giudicare assume spesso la caratteristica di uno specifico corso di formazione per attivare i vari progetti. È pure il momento del pregare, del celebrare, del vivere la comunione nella Chiesa.

Agire (impegnarsi in gesti di speranza e comunicare la gioia di un cambiamento): è esprimere e promuovere azioni che realizzino il progetto per ogni specifica realtà, impostate secondo il fine dell’AC, e dare vita a solidarietà nuove. Queste possono essere promosse dai gruppi diocesani del Movimento, dalle stesse persone singole o da reti costruite dal Movimento con altre associazioni, unite da comuni obiettivi, che vengono coinvolte e che sentono di poter contribuire con la propria capacità e sensibilità alla realizzazione di obiettivi comuni. È azione vera anche l’evangelizzare, l’annunciare, il permettere di andare oltre il gruppo per produrre conversione, cambiamento, proposta di fede.

La struttura del Movimento

Convinzione di base e punto fermo anche del rinnovamento sono che il Movimento Lavoratori di AC, strutturato appositamente ai vari livelli, diocesano, regionale e nazionale, è necessario per tenere viva la missione dell’AC nel campo del lavoro.

Il Movimento è formato da gruppi di giovani, di adulti, di giovani e adulti. Tra questi esistono alcuni gruppi aziendali di lavoratori, gruppi di preghiera e revisione di vita nei luoghi di lavoro. Essi sono un bene prezioso che va aiutato a vivere la sua testimonianza. Si aggiungono a questi le persone che si impegnano nei vari progetti.

Per realizzare i progetti, l’Azione Cattolica fa la proposta a tutte le forze disponibili dentro e fuori l’AC e il MLAC sostiene la vita dei nuovi gruppi con sussidi, incontri, coordinamento, relazioni personali, scambi di esperienze, momenti di qualificazione.

Il messaggio che si lancia a tutta l’associazione è quindi: leggiamo il territorio, confrontiamoci con la Parola e l’esperienza della Chiesa, analizziamo e costruiamo sensibilità e relazioni, rendiamole vive e presenti attraverso progetti concreti e su questo insieme costruiamo percorsi formativi specifici. Questa nuova impostazione aiuta tutta l’Azione Cattolica a farsi carico, nella sua vita, dell’esperienza “lavoro” e a non demandare a qualcuno soltanto l’impegno.

Il MLAC, nella sua struttura nazionale, aiuta le diocesi a farsi carico di uno o più di questi progetti o altri simili e li tiene collegati; valuta i bisogni formativi che si sviluppano nel loro crescere e diffondersi e offre momenti specifici di qualificazione per ogni progetto; li aiuta a fare Movimento, a tenerne viva la tensione formativa e a caratterizzarsi sempre con il taglio della nuova evangelizzazione.

Ogni anno viene organizzato un convegno che collega tutti i progetti, che dà voce a tutto questo Movimento. Potrebbe essere la vigilia del Primo maggio o un’altra data significativa, così che si crei appunto “movimento”.

Il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica

Art. 1 Il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica (MLAC) è l’espressione di un’attenzione missionaria alla persona, a partire dalla situazione di vita vissuta nel mondo del lavoro, nella professione e all’interno della società civile. Il giovane e l’adulto che vi aderiscono vivono le scelte associative, incarnando nella realtà complessa del mondo del lavoro le esperienze di fede vissute in AC e offrono a tutta l’associazione la ricchezza dell’esperienza del lavoro.

Art. 2 Il MLAC è formato da giovani e adulti che, facendo parte dell’AC o condividendone le finalità, realizzano i progetti proposti dal Movimento. Partecipano al Movimento inoltre tutti coloro che, al momento dell’adesione all’AC, scelgono come area di impegno particolare l’ambito del lavoro.

Il livello diocesano

Art. 3 Tutti coloro che danno vita a gruppi e lavorano a progetti e che partecipano al Movimento, ogni anno sono convocati in assemblea (Assemblea dei gruppi e dei progetti), per collegarsi, confrontarsi e stabilire le linee programmatiche del Movimento entro le indicazioni dell’associazione.

Art. 4 Prima dell’Assemblea diocesana elettiva di AC, gli aderenti all’Azione Cattolica che partecipano al MLAC si riuniscono per eleggere:

– una Équipe diocesana, per coordinare il lavoro e tenere il collegamento con tutta l’associazione;

– i segretari diocesani, in un massimo di due, eletti a maggioranza assoluta con ratifica del Consiglio diocesano;

– i delegati all’Assemblea diocesana, in un numero definito dall’Atto normativo della diocesi;

– i delegati per il Congresso nazionale del Movimento.

Art. 5 Se il MLAC ancora non esiste, il Consiglio diocesano di AC, vista la consistenza di un gruppo o di più gruppi che realizzano un progetto, può cooptarne una rappresentanza a far parte del Consiglio, prevedendone la possibilità nell’Atto normativo diocesano.

Art. 6 I segretari diocesani promuovono e coordinano l’attività del Movimento in sintonia con i Settori giovani e adulti; convocano e presiedono l’Assemblea diocesana dei gruppi di Movimento; rappresentano il Movimento negli organismi dell’associazione, negli organismi ecclesiali e sociali e mantengono rapporti con le organizzazioni dei lavoratori e simili; convocano e presiedono l’Équipe diocesana di Movimento.

Il collegamento regionale

Art. 7 Gli incaricati regionali del MLAC sono eletti dal Consiglio regionale su proposta dei segretari diocesani, che devono essere presenti in almeno tre diocesi della regione, e fanno parte della Delegazione regionale di AC in un numero massimo di due. Laddove non siano presenti il Consiglio regionale decide come attivarne esperienze significative, cooptando un incaricato regionale, di concerto con la Segreteria nazionale.

Art. 8 Gli incaricati regionali del MLAC rappresentano la realtà regionale del Movimento, tengono collegate le segreterie diocesane, ne sostengono il lavoro, promuovono progetti soprattutto in accordo con le diocesi che ancora non hanno il Movimento. Fanno parte della Équipe nazionale del Movimento e partecipano al Congresso nazionale.

Il livello nazionale

Art. 9 Gli organismi del Movimento a livello nazionale sono:

– il Congresso

– il segretario

– il vicesegretario,

– l’Ufficio di segreteria

– l’Équipe nazionale.

Art. 10 Il Congresso nazionale è composto dai segretari e dai delegati diocesani, dagli incaricati regionali, dall’Équipe nazionale, dal vicesegretario e dal segretario nazionale. Inserito nel cammino assembleare dell’Azione cattolica, esso individua le linee programmatiche del Movimento e si riunisce normalmente prima dell’Assemblea nazionale elettiva. Ai lavori del Congresso hanno facoltà di partecipare, con diritto di parola, i consiglieri nazionali dell’AC.

Art. 11 I membri eletti dell’Équipe MLAC, il segretario nazionale, il vice-segretario, i quattro vicepresidenti nazionali dell’AC formulano, in un’apposita riunione, di cui si stende il verbale esprimendo fino a un massimo di quattro, le candidature per l’elezione a segretario nazionale da presentare al Congresso. Le candidature sono stabilite favorendo la presenza sia di uomini che di donne.

Art. 12 Il Congresso nazionale elegge, a maggioranza assoluta, il segretario, ricorrendo al ballottaggio tra i due candidati più votati qualora nessuno raggiungesse la maggioranza richiesta alla prima votazione. L’elezione è ratificata dal Consiglio nazionale nella prima seduta dopo l’Assemblea nazionale elettiva dell’AC. Il Congresso nazionale elegge, tra gli iscritti al Movimento, il vicesegretario e i cinque membri che faranno parte dell’Équipe nazionale. Le candidature a vicesegretario e a membro eletto di Équipe dovranno essere presentate dalle diocesi di appartenenza o in sede congressuale da almeno 15 delegati.

Art. 13 L’Équipe nazionale è composta dal segretario nazionale, dal vicesegretario, dagli incaricati regionali MLAC, dai cinque membri eletti dal Congresso e dai componenti dell’Ufficio di segreteria. L’Équipe nazionale coadiuva il segretario nazionale ed ha il compito di sostenerne l’attività, di analizzare le problematiche del mondo del lavoro per individuare nuove proposte di evangelizzazione nel quadro delle linee programmatiche dell’associazione. Allo scopo, si dà vita alla conferenza dei segretari, cui partecipano tutti i segretari diocesani, come allargamento dell’Équipe nazionale e con gli stessi compiti. Essa viene convocata dal segretario, sentita l’Équipe nazionale, per promuovere progetti e attività del Movimento.

Art. 14 L’Ufficio di segreteria è composto dal segretario nazionale, dal vicesegretario, da due collaboratori, scelti dal segretario e ratificati dai cinque membri eletti dal Congresso, e dall’assistente ecclesiastico nazionale, nominato dalla Conferenza Episcopale Italiana, il quale partecipa senza diritto di voto.

Art. 15 Partecipa all’Assemblea nazionale dell’AC, per ciascuna diocesi, il segretario che ha ricevuto il maggior numero di voti al Congresso diocesano e concorre a eleggere i membri del Consiglio nazionale dell’AC.Art. 16 Il segretario nazionale promuove e coordina la vita del Movimento a livello nazionale; convoca e presiede l’Équipe. È membro del Consiglio nazionale dell’AC; rappresenta il Movimento nei confronti di altri movimenti e negli organi dell’associazione a tutti i livelli; coordina le attività con i settori di AC e rappresenta l’associazione negli organi ecclesiali del mondo del lavoro e nelle associazioni dei lavoratori a livello nazionale e internazionale (cfr. artt. 22 e 23, Regolamento e art. 30 Statuto).

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