L’urgenza di un cambiamento per proteggere la casa comune, la necessità di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale, le sollecitazioni per promuovere uno sviluppo sostenibile e alcune indicazioni concrete a partire dalla quotidianità: è questo che i 2000 giovani studenti della Scuola superiore portano in animo e alla SFS 2023 promossa dal MSAC, da oggi a domenica riuniti da tutta Italia a Montesilvano (PE). Sanno bene che il futuro del Pianeta è (anche) nelle loro mani, così come gli obiettivi ONU dell’Agenda 2030. Sono consapevoli che la loro, la Generazione Z, è strategica per garantire un futuro sano alla casa comune. Comprendono che lo sviluppo sostenibile passa necessariamente dall’uso di tecnologie in grado di soddisfare i bisogni delle persone (cibo, energia, mobilità) senza distruggere il pianeta, e da una nuova e adeguata governance sia dei sistemi pubblici che delle imprese.
A scuola di sviluppo sostenibile
Nonostante decenni di ricerca scientifica e di evidenze di una tendenza sempre più pericolosa per il futuro dell’umanità e del Pianeta, stiamo ancora correndo ad alta velocità verso un domani che non vogliamo. Il paradigma economico della crescita esponenziale e infinita è ancora molto sottovalutato nei suoi effetti dal mondo della politica e dell’economia e il tasso di sfruttamento e consumo degli oltre otto miliardi di esseri umani che popolano il pianeta è tale per cui le risorse necessarie richiederebbero più mondi per sopravvivere, mentre siamo tutti di passaggio su un unico Pianeta.
Se è vero che alcune soluzioni sono già nelle nostre mani, non v’è dubbio che perché queste si diffondano e si radichino a livello globale la scuola debba assumere con urgenza e maggiore profondità la sua missione: occuparsi sia del “saper stare al mondo” sia del rendere il mondo un posto in cui poter condurre una vita sana e prospera anche per le generazioni a venire.
Non è solo questione di soldi ma di mentalità
È chiaro che siamo in ritardo rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030. Lo è l’Italia e lo è l’Europa tutta.
La pandemia e la crisi che ne è derivata hanno spinto l’Unione Europea a varare il Next Generation EU: un programma di portata e ambizione inedite (750 mld euro), che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori; e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.
In breve, i soldi per cambiare le cose, o almeno iniziare a farlo, ci sono. Serve però innanzitutto un cambiamento di mentalità, essenziale per la sostenibilità, che è anche il più difficile da ottenere. Ecco dunque che la scuola e i suoi attori principali, gli studenti e gli insegnanti, diventano il cemento indispensabile alla costruzione di una società che sia ad un tempo democratica, ecologica e capace di prendersi cura delle persone, specie di quelle più fragili.
La sostenibilità non si predica, si vive
Non è una questione di concetti da far passare ma di comportamenti da attivare. La sostenibilità non si predica ma si vive. In famiglia come a scuola, sul posto di lavoro come in vacanza. È quello che chiedono i ragazzi di Montesilvano: mettere il futuro del pianeta al centro delle nostre preoccupazioni.
Non è stato così per i genitori e i nonni, se ancora oggi ci interroghiamo sui perché di un pianeta fragile, inquinato e diseguale, vittima di un modello di sviluppo che produce ingiustizie e scarti.
La Generazione Z dice basta, così non si va avanti. A partire da una scuola che insegna e vive la sostenibilità, si possono cambiare le regole dello stare al mondo. Insegnare e vivere la sostenibilità è la scelta di campo da fare, ogni giorno. Essere una comunità educante ed educata, declinando nel nostro quotidiano i 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Ricordando che siamo prima di tutto cittadini del mondo, non indifferenti al suo destino e chiamati ad “edificare una nuova solidarietà universale” di fronte al deterioramento dell’ambiente, alle minacce ecologiche, alle catastrofi naturali e alle guerre che pesano sul futuro dell’umanità.