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Dalla Via Crucis del 31-03-2023 presso la Villa Comunale di Crotone, animata dalla Parrocchia San Dionigi - Basilica Cattedrale di Crotone

Rendi limpidi i nostri occhi

Una spada ti trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori (cfr. Lc 2, 35).

Signore, abbi pietà delle tante, delle troppe mamme che hanno lasciato partire i loro giovani figli e
figlie verso l’Europa nella speranza di aiutare le loro famiglie in povertà estrema o semplicemente
invogliarli a rincorrere il desiderio di una vita migliore. Come le giovani afgane Mariam 17 anni e
Niyayesh 7 anni barbaramente morte nel naufragio di Steccato di Cutro insieme a più di 90 persone,
lasciando nella disperazione la loro mamma Leila e il fratellino, miracolosamente salvi,
tremendamente soli.
Oppure, Amolki, un giovane siriano superstite anche lui, che per tre ore ha tenuto tra le braccia il
fratellino ormai morto; voleva donargli una vita nuova, invece, l’ha potuto salvare solo dalla furia del
mare, salvargli il corpo esanime ma non la vita che ha smesso di soffiare tra le sue braccia.
Madri, donne, che hanno visto allontanare i propri uomini per abbracciare le armi e combattere;
donne, madri, che hanno visto strappare dalle loro braccia oltre 20.000 bambini deportati dalle forze
russe. Sono straziate dal dolore più infimo, dal dolore più intimo e ingiusto.
Maria, in questo momento tu vivi lo stesso dramma di queste tante madri che soffrono per i loro
figli, per i quali sognavano un futuro migliore per loro e le loro famiglie, ma che, purtroppo, hanno
trovato umiliazione, disprezzo, violenza, indifferenza, solitudine e persino la morte. Dona a tutte
loro la forza, il coraggio e il dono della fede, unica àncora di speranza e di pace.

Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me (Mt 25, 40).

Pensiamo ai bambini, in varie parti del mondo, pensiamo ai tanti bambini provenienti
dall’Afganistan e gli altri paesi tormentati dalla guerra e dall’instabilità politica, pensiamo a
TEMREY un mese e mezzo di vita, MUZAMEL 7 anni, AMIR 9 anni, MAHDI 11 anni, MEYSAM 16
anni e tanti altri che non potendo vivere serenamente nella loro terra, oppressi dal regime dei
Talebani. Sono stati così costretti a scappare, trovando, però, la morte nelle acque di questa nostra
amata costa.
Pensiamo a più di 300.000 minori di 18 anni impegnati nei conflitti. Alcuni sono soldati a tutti gli effetti,
mentre altri vengono usati come portatori di munizioni, armi, vettovaglie. Sono trattati brutalmente e
puniti in modo severo. Sono privati di ogni cosa, in nome di un ideale che non possono capire.
Signore Gesù, rendi limpidi i nostri occhi perché sappiamo scoprire il tuo volto nei nostri fratelli e
sorelle, bambini, ragazzi, uomini e donne, disperati. Ti preghiamo di avere pietà e compassione di
questo mondo malato e di aiutarci a riscoprire la bellezza della nostra e altrui dignità come esseri
umani, creati a Tua immagine e somiglianza.

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mc 15, 34)

Anche tu, Signore, hai sentito, sulla croce, il peso dello scherno, della derisione, degli insulti, delle
violenze, dell’abbandono, dell’indifferenza, del sopraggiungere la morte. Solo Maria tua madre e altre
poche discepole sono rimaste là, insieme a Giovanni, testimoni della tua sofferenza e della tua
morte. Il loro esempio ci ispiri a impegnarci a non far sentire la solitudine a quanti agonizzano oggi nei troppi calvari sparsi per il mondo, tra cui i campi di raccolta simili a lager nei Paesi di transito, le
navi a cui viene rifiutato un porto sicuro insieme alle lunghe trattative burocratiche per la destinazione
finale, i centri di permanenza, gli hot-spot sovraffollati, i campi per lavoratori stagionali, i viaggi di
speranza che si trasformano in orrore, le città e i paesi natii, belli e rigogliosi di vita, trasformati in
campi di battaglia e cimiteri.
In particolare, Signore, vogliamo ricordarti del piccolo KR16M0, sì, del piccolo naufrago, il
sedicesimo trovato morto, senza nome, accolto e accarezzato da una donna che svolgendo il suo
dovere ha offerto l’unica carezza possibile per quel corpicino senza vita. È la carezza di una
giovane donna, è la carezza di Tua Madre che accoglie anche lui tra le sue braccia.
Signore, ti preghiamo: aiutaci a farci prossimi ai nuovi crocifissi e disperati del nostro tempo, di questo
tempo dolore. Insegnaci ad asciugare le loro lacrime, a confortarli come hanno saputo fare Maria e
le altre donne sotto la tua croce.

Si ringrazia l’Ufficio Migrantes dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina

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