«Lo Spirito Santo discese su coloro che ascoltavano la Parola»
Alla vigilia del percorso assembleare, sentiamo la necessità di rimetterci in cammino ripartendo proprio dalla Parola. Essa costituisce il nostro unico vero modo per leggere la realtà, accettare le fatiche e crescere da fedeli discepoli del Signore e testimoni della gioia.
La pagina biblica che proponiamo per la meditazione porta ciascuno di noi nella suggestiva associazione di donne e di uomini che si trova radunata nella casa di Cornelio e che sta per ascoltare le parole di Pietro. Nessun consesso più variopinto di questo poteva essere immaginato prima: c’è l’Apostolo, ci sono i giudei e i pagani, gli amici di Cornelio e gli amici di Pietro. In questo contesto, ci colpisce proprio la creatività con la quale questi percorsi portano ciascuno a ritrovarsi. Il centurione Cornelio è uomo che fa cose giuste e vuole approfondire la fede; ha attorno a sé servi e soldati con cui non esita a condividere la sua visione, ovvero un angelo che gli ordina di cercare Pietro. L’Apostolo si trova ospite da un conciatore, non un credente sofisticato o esemplare, un uomo comune e proprio lì riceve a sua volta il messaggio di Dio tramite un sogno ripetuto dove si sente invitato a condividere una tavola piena di rettili e volatili, profani e immondi. I due uomini confrontano le loro visioni, una volta giunti nella casa di Cornelio, e lo fanno ascoltandosi (oggi diremmo che utilizzano il metodo della “conversazione spirituale” del Sinodo). È bello pensare che Dio si rivela in un momento della loro quotidianità, ma poi si lascia a poco a poco percepire nell’ascolto e nel dialogo che si sviluppa in un gruppo eterogeneo attraverso l’azione imprevedibile dello Spirito Santo.
Pietro prende parola e andando al cuore dell’annuncio offre un’essenziale ed efficace catechesi su Gesù di Nazareth a partire da una riflessione piena di novità e di meraviglia: «mi sto rendendo conto che Dio non fa differenza di persone». In questo senso, sembra che desideri svelare, con un tono veramente stupito, che la compresenza di giudei e di pagani gli sta insegnando in diretta qualcosa di grande e che amare Dio e amare i fratelli è ciò che unisce persone molto diverse. A questo punto l’Apostolo battezza i presenti perché si lascia trasportare dal dinamismo dello Spirito comprendendo che «egli è il Signore di tutti».
Il gioco di incontri e di ospitalità che muove tutti i personaggi del racconto fa riflettere anche noi, quasi a confermare che si è chiamati alla vita evangelica lì dove ci si trova a vivere, dove si prega e si fanno opere buone, nel segno della giustizia e della carità.
Ci piace immaginare così anche la nostra vita associativa: un’illuminazione formativa in mezzo a tanti che praticano la giustizia nella loro esistenza. Lo Spirito suscita movimenti creativi e vivaci e certo non ci spinge a cercare steccati, confini precisi di demarcazione. I confini del popolo di Dio esistono ma non sono decisi da noi, non sono chiari nelle nostre teste come invece lo sono nella mente di Dio. Bisogna che la nostra Associazione sia veramente accogliente e inclusiva per rappresentare una metafora vivente di Chiesa che accoglie, ascolta e ama superando ogni discriminazione e annunciando con coraggio Gesù Cristo. Ci pensa lo Spirito a discendere su tutti, anche sui pagani, tanto da far esclamare a Pietro: «Chi può impedire di battezzare con l’acqua costoro che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?»
In questo cammino lasciamoci condurre in un ripensamento serio e profondo dei percorsi da intraprendere per essere aperti alle novità e alle potenzialità davvero inclusive dei nostri gruppi. Lasciamo che lo Spirito danzi in mezzo a noi.
Il testo dell’icona biblica
Atti 10, 34-48
Pietro allora prese la parola e disse: “In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome”.
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: “Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?”. E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.