LA STORIA DELL'AC

Comunione e responsabilità

In AC parlando di responsabilità, spesso pensiamo solamente alla sua declinazione in ambito associativo (educatori, responsabili parrocchiali o diocesani) e tendiamo a dimenticare che la responsabilità deve essere una meta e uno stile con cui vivere tutta la nostra crescita formativa, a misura di ciascuno e ciascuna. Per questo motivo è utile parlare insieme di responsabilità e di comunione: la comunione è infatti una promessa, un anelito, un orizzonte ampio per leggere anche la responsabilità. La comunità cristiana tende alla comunione come tende al Regno di Dio che cresce ogni giorno e si realizzerà nella pienezza dell’ultimo giorno. 

Comunione e responsabilità sono, così, nella loro correlazione il modo di vivere dei discepoli missionari, nell’ottica corresponsabile di chi si apre alla Storia e alle storie personali, e nella dimensione di chi sceglie di avere a cuore l’interesse di tutte e tutti. 

Avere a cuore l’interesse di tutti e tutte ci chiede di mettere in atto buone prassi comunitarie e di sognare e dare vita a una responsabilità associativa che ci renda più responsabili anche altrove, nella scuola, nel lavoro, in famiglia, nelle relazioni, nella Chiesa, nella società. L’AC non può essere vissuta come un’agenzia di servizi per cui lavoriamo, ma come un luogo dove siamo persone a tutto tondo.

Questa consapevolezza porta molto frutto e ci riscatta dalla sensazione di essere un’associazione di soli responsabili. Siamo, invece, un’associazione di persone che si prendono cura le une delle altre: cura verso coloro di cui si è responsabili, ma anche cura tra responsabili, e cura verso chi vive il momento di “passare la palla” della responsabilità associativa dopo un percorso più o meno lungo. Lo sappiamo, solo chi si lascia accompagnare accompagna. In questo spazio di cura reciproca non dimentichiamo di camminare fianco a fianco, in una Chiesa che attende e sa stare al passo di ciascuno e ciascuna. Infatti, un posto speciale è ricoperto dagli assistenti, nostri compagni di viaggio, corresponsabili nella costruzione del Regno (dal Decreto del Concilio Vaticano II, Apostolicam Actuositatem, n. 2).

Nel pensare a comunità e responsabilità, però, non possiamo nasconderci dietro un dito: spesso la fatica, la stanchezza e lo scoraggiamento sembrano prendere il sopravvento. Dobbiamo sempre ricordarci che la fatica della responsabilità è in fondo la fatica della complessità della vita delle persone: evitiamo di perderci nella sua continua analisi, piuttosto coltiviamo uno sguardo di speranza e di conversione verso immagini nuove di responsabilità e di comunità per il Paese, la Chiesa e l’associazione. Allora, ogni fatica, grande o piccola che sia, può diventare l’opportunità di riscoprire la bellezza che viene dalla nostra fede, vissuta come cammino condiviso alla luce dello Spirito e in comunione con i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori, che hanno camminato nella santità.

Nel file in PDF della traccia di percorso assembleare (che puoi scaricare da qui) troverai anche delle domande e degli esercizi per i Consigli diocesani e parrocchiali