LA STORIA DELL'AC

Segni del tempo – CITTÀ

Convegno su

AMBIENTE

La terra è “l’ambiente da custodire e il giardino da coltivare”.1 Ciononostante, la relazione dell’uomo con la sua “casa” è sempre più guidata dall’avidità e dallo sfruttamento sfrenato delle risorse naturali. Le conseguenze devastanti della crisi ambientale e climatica in atto sono ormai sotto gli occhi di tutti e implicano una riflessione che va oltre il dato scientifico, oltre l’approssimazione.2 Quando si parla di “questione ambientale”, infatti, occorre tenere bene a mente di come questa sia:

  1. estremamente complessa.

Spesso a parole come ambiente e cambiamento climatico, che sono entrate a far parte del vocabolario comune, sappiamo dare solo un significato superficiale, che non corrisponde alla complessità che si cela dietro a questi fenomeni che ci riguardano da vicino. 

  1. profondamente umana.

Esseri umani, natura e ambiente, creazione e società sono tra loro collegati: «Ecologia umana ed ecologia ambientale camminano insieme».3 L’azione dell’uomo sulla natura ha impatti dannosi sull’ambiente e, di conseguenza, sulla vita e i diritti delle persone.

L’azione dell’uomo sulla natura non danneggia solo l’ambiente, ma pone problemi economici, sociali, etici. In questo senso, se da un lato la questione ambientale richiede di scavare a fondo ad alcune tematiche di carattere scientifico, sociale, politico e giuridico ad essa strettamente connesse, dall’altro impone una seria riflessione – come uomini, prima ancora che come cristiani4 – rispetto al “da farsi”, alle azioni concrete da compiere, nel presente e per il futuro, a tutela della casa comune.

Agire a tutela dell’ambiente, per i cristiani, significa anzitutto raccogliere l’invito di Papa Francesco a essere “custodi della creazione”, secondo l’approccio multidimensionale dell’“ecologia integrale”, che affronti contemporaneamente la crisi economica, sociale e ambientale che stiamo vivendo. 

Per l’Azione Cattolica, questo si traduce in una chiamata a prendersi cura dei luoghi e delle persone che vi abitano tenendo conto che “tutto è connesso”. Per gli educatori e i responsabili, impegnati nell’accompagnamento dei giovani, questo comporta di sensibilizzare all’azione per la tutela della casa comune. Un’azione che implichi di: 

  1. sporcarsi le mani, essere “sentinelle”, cittadini che posano lo sguardo sul territorio e ne hanno cura;
  2. creare reti, uscire dal comfort dei saloni parrocchiali e cercare la collaborazione con le istituzioni, gli enti e le associazioni che operano sui territori. Il fine è mettere in circolo idee e buone prassi, ma anche acquisire competenze per avviare progetti volti alla custodia dell’ambiente che ci circonda e delle persone che vi abitano. 

Sporcarsi le mani è, probabilmente, il primo “segno” che questo tempo ci invita a cogliere, rispetto alla sfida ambientale. “Guardarsi attorno”, scegliere di essere “Chiesa in uscita”, il primo passo concreto, la prima risposta utile per un’azione efficace verso la “conversione ecologica”.5


1 Papa Francesco, Udienza generale, 22 aprile 2015, Giornata Mondiale della Terra.

2 Il riscaldamento globale sta danneggiando gli habitat naturali, determinando la perdita di biodiversità, provocando fenomeni come innalzamento dei mari, siccità, desertificazione, salinizzazione delle acque, alluvioni, con impatti significativi sulla vita e i diritti degli individui, spesso anche costretti a spostarsi.

 3 Papa Francesco, Udienza generale, 5 giugno 2013.

 4 «La vocazione del custodire […] non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo» (Papa Francesco, Santa Messa per l’inizio del Ministero petrino, Omelia, 19 marzo 2013.

5 LS nn. 216-221. Conversione che ha «[…] tre importanti elementi spirituali. Il primo implica gratitudine per il dono amorevole e generoso del creato da parte di Dio. Il secondo richiede il riconoscimento del fatto che siamo uniti in una comunione universale gli uni agli altri e con il resto delle creature del mondo. Il terzo esige che si affrontino i problemi ambientali non come individui isolati, ma in solidarietà come comunità» (Dal messaggio del Santo Padre Francesco ai partecipanti al Convegno su Resilience of People and Ecosystems under Climate Stress promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze, 13-14 luglio 2022).

OSPITI

Rudi Bressa

Giornalista ambientale e scientifico, collabora con Lifegate e varie testate nazionali e internazionali occupandosi di cambiamenti climatici, transizione energetica, economia circolare e conservazione della natura. È membro di Swim (Science writers in Italy) e fa parte del board del Clew Journalism Network. I suoi lavori sono stati supportati dal Journalism Fund e dalI’IJ4EU (Investigative Journalism for Europe).

Luca Liverani

Assolti gli obblighi di leva come obiettore di coscienza nella Caritas romana, lavora prima all’Osservatore Romano e poi ad Avvenire, all’inizio nelle pagine diocesane, poi nelle cronache nazionali. Si occupa di temi sociali tra cui la povertà, l’usura, le migrazioni, ma anche di associazionismo, pace, spese militari, export bellico, cooperazione allo sviluppo.

It’s up to you Gaeta

Piattaforma dell’Arcidiocesi di Gaeta dedicata alla formazione rispetto ai temi dell’ecologia integrale. Grande piazza virtuale dove si incontrano istituzioni, associazioni, movimenti, semplici cittadini da 0 a +99 anni, tutti insieme con uno scopo comune: prendersi cura della nostra casa comune.

Convegno su

CROCEVIA DI POPOLI

Come giovani cristiani e cristiane vogliamo mettere al centro i temi dell’accoglienza, dell’integrazione e della convivenza tra differenze. Abbiamo bisogno di prenderci il tempo per riflettere sui diritti alla mobilità e alla cittadinanza, a confronto con ospiti che, ciascuno nel proprio ruolo, provano a scommettere ogni giorno su una città “crocevia di popoli” senza ingenuità né pregiudizi. Il nostro essere chiesa ci sollecita a non rifugiarci mai in un rassicurante isolamento. Come Azione Cattolica, ci chiediamo allora: in che modo possiamo essere a servizio delle nostre comunità, affinché siano valorizzate le persone che ne fanno parte e le loro plurali esperienze? Come costruiamo una città che si nutra delle culture che la abitano, che sia casa per tutti e si ravvivi con gli spostamenti dei popoli?

OSPITI

don Mattia Ferrari

Nato a Sassuolo (MO) nel 1993 e cresciuto a Formigine. Prete dal 2018, è stato mandato come vice-parroco a Nonantola (MO) ed è assistente diocesano dell’Azione Cattolica Ragazzi. Negli anni del seminario, mentre prestava servizio pastorale a Modena, ha stretto una forte amicizia con i centri sociali bolognesi Tpo e Labas, che nell’estate del 2018 sono stati tra i fondatori di Mediterranea Saving Humans. Sulla base di questa amicizia gli è stato chiesto, con il consenso delle autorità ecclesiastiche, di assumere il servizio di cappellano e assistente spirituale di Mediterranea Saving Humans, incarico che svolge dall’aprile 2019 sulla nave Mare Jonio e il veliero di appoggio Alex & co. Si occupa principalmente delle relazioni con la Chiesa e con i movimenti sociali e i movimenti popolari di tutto il mondo. Per le ripetute minacce provenienti dalla mafia libica e da ambienti riconducibili all’estrema destra, dal mese di maggio 2022 è sotto tutela dello Stato. Studia Dottrina sociale della Chiesa ed etica pubblica presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma.

Marwa Mahmoud

Nata ad Alessandria d’Egitto e cresciuta a Reggio Emilia. Studi al Liceo Scientifico Aldo Moro e Laurea in Lingue e Letterature straniere all’Università di Bologna.

Lavora nell’ambito dell’intercultura all’interno del Centro interculturale Mondinsieme dal 2005. Co fondatrice del Movimento nazionale “Italiani senza Cittadinanza”, co fondatrice di CoNNGI – Coordinamento nazionale nuove generazioni italiane. 

Da giugno 2019 è stata eletta Consigliera comunale del Comune di Reggio Emilia e Presidente della Commissione consiliare “Diritti umani, pari opportunità e relazioni internazionali”

Leoluca Orlando

Nato a Palermo, avvocato, professore di diritto pubblico nell’Università di Palermo. È stato Sindaco di Palermo in sei diverse elezioni per 22 anni e membro del Parlamento europeo, italiano e regionale. È stato impegnato anche all’estero per la promozione della legalità del diritto e dei diritti umani, per la promozione dell’accoglienza anche con la Carta di Palermo 2015 sulla mobilità internazionale, e per il contributo a “processi di pace”. È autore di pubblicazioni scientifiche e sull’impegno culturale e politico.

Gruppo “Legàmi”

È un gruppo in movimento nella città di Como, per creare occasioni di incontro e dialogo, con la grave marginalità e i giovani. È una scelta per alcuni, un punto di partenza, un ricominciare da capo per altri. Un cammino da fare insieme e uno spazio dove costruire fra di noi e con le persone che incontriamo, rapporti basati sul dialogo e sull’ascolto reciproco. È l’intrecciarsi di sguardi e sorrisi che generano bellezza.

Convegno su

IMPEGNO CIVILE

Hai mai sognato qualcosa per la tua città? Una domanda semplice ma che molti di noi probabilmente non si sono mai posti. Eppure immaginare una realtà che sia più a misura d’uomo dovrebbe riguardare sia chi vive in un piccolo paese, sia chi abita in una delle nostre grandi città.

Ci sono città che si svuotano di giovani e città che si riempiono di studenti e lavoratori fuori sede. Ci sono città che permettono di muoversi tranquillamente a piedi o in bici e ci sono piccoli paesi che richiamano in modo prepotente il ritorno a ritmi più sostenibili.  

Ma cosa significa abitare e costruire una città a misura d’uomo?

Durante il convegno “Impegno civile”, attraverso una tavola rotonda interattiva, rifletteremo sul tema dell’abitare la città, spostando l’attenzione su un focus prima a noi più vicino, l’uomo, per ingrandire via via lo sguardo verso realtà più grandi: città e futuro.

Insieme guarderemo agli spazi comuni come possibilità di leggere il contesto urbano in cui si abita: la città è a misura d’uomo o è l’uomo che viene plasmato su modelli di città non sostenibili e dannosi? 

Alcune chiavi di lettura che utilizzeremo per confrontarci su come abitare la città saranno: partecipazione politica, mobilità, pendolarismo, rapporto tra chiesa e amministrazioni. In tutto ciò ci interrogheremo su quale ruolo abbiamo noi, in quanto responsabili associativi, nei confronti di un territorio che viviamo ogni giorno.

E tu, dunque, hai mai sognato qualcosa per la tua città?

OSPITI

Roberta Lancellotti

Nata a Roma il 6 gennaio del 1994, è giornalista e videomaker.

Si è formata alla Scuola di giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino, ma prima ancora lavorando come videoreporter per l’agenzia “Vista”, tra Montecitorio, Sanremo e Bruxelles. Ha collaborato con diverse testate tra cui “La Repubblica”, “La Stampa” e “Rolling Stone”. Oggi coordina la redazione di “Agtw”, agenzia video che collabora con “Corriere della Sera” e “La7”. Si occupa principalmente di politica, attualità e tematiche sociali.  

In Azione Cattolica è stata incaricata regionale del Msac per il Lazio, collaboratrice centrale della segreteria nazionale del Movimento e consigliera del settore giovani della Diocesi di Roma. Ha pubblicato per l’Editrice Ave il libro di interviste “Serve ancora la politica?”, scritto insieme a Gioele Anni, con la prefazione di Marco Damilano.

Nata e cresciuta nella periferia nord della Capitale, è attivista e vice-presidente di “Fuori dal GRA”, associazione nata con l’obiettivo di combattere l’emarginazione sociale attraverso la cultura.

Mario Primicerio

Nato il 13 novembre del 1940, si è laureato in fisica presso l’Università di Firenze dove ha poi intrapreso la carriera accademica. Professore invitato in diverse università estere, è stato Presidente del Corso di Laurea in Matematica, Preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Matematica all’Università di Firenze. Oggi è professore emerito dell’Università di Firenze.

Ha diretto importanti progetti di ricerca a carattere internazionale nel campo della matematica applicata (modellistica matematica, biomatematica, matematica industriale) e fa parte della redazione di numerosi periodici scientifici.

Dal 1995 al 1999 è stato sindaco di Firenze; dal luglio 1999 al marzo di quest’anno è stato Presidente della Fondazione La Pira, con lo scopo di approfondire e tramandare il pensiero e l’azione di Giorgio La Pira.

Convegno su

LEGALITÀ

In un tempo sempre più caratterizzato da insicurezze, incertezze e instabilità, dove la rincorsa si è focalizzata sul “ben – avere” ad ogni costo accantonando quasi del tutto quella del “ben-essere”, sentiamo forte l’esigenza di ribadire come la presenza e l’osservanza delle leggi civili siano un fattore indispensabile per promuovere la legalità, la giustizia. Vogliamo riflettere insieme ai responsabili parrocchiali nonché giovani, su come oggi i giovani si rapportano alle regole e alle leggi, su quello che è il loro concetto di legalità e del rapporto con le istituzioni. Ancora, vogliamo affrontare il tema dei luoghi che abitiamo e di come, in determinate situazioni, questi diventano luoghi di criminalità e malaffare. Come giovani impegnati e cittadini consapevoli non intendiamo offrire soluzioni o fare facili denunce, bensì vogliamo provare ad essere attori protagonisti di un cammino comune che migliori la convivenza umana. Vogliamo guardare con occhi fecondi alla realtà critica, difficile e complessa generando una sfida interessante e una base di partenza per delineare il nostro modo di intervenire ed essere presenti.

  • Legalità come fondamento della vita sociale

Sappiamo bene che, noi uomini, non siamo semplicemente un insieme di individui messi insieme bensì una comunità di persone dove si mescolano i bisogni, le aspirazioni e i sogni di ciascuno. Ognuno con i propri diritti e doveri è chiamato a far sì che possa esserci lo sviluppo e la crescita della persona umana. Per far ciò è chiara la necessità di avere delle regole che disciplinino tutti e che concorrano al corretto svolgimento dei rapporti personali. 

Se ciò viene a mancare o se queste regole non vengono applicate o non vengono applicate nel modo giusto, appare ovvio che la “forza” tende a prendere il sopravvento sulla “giustizia”, “l’arbitrio” sul “diritto” e di conseguenza la libertà è messa a dura prova. 

La legalità costituisce perciò una condizione fondamentale perché vi siano libertà, giustizia e pace. 

Il rispetto della legalità infatti, non deve considerarsi un mero atto formale, ma un gesto personale, quotidiano che trova “nell’ordine morale la sua anima e giustificazione”.

Il venir meno della legalità porta necessariamente a far si che ogni cittadino si impegni per la promozione della giustizia e della difesa che, radicate nella nostra coscienza, non si possono delegare solo a soggetti “istituzionalmente predisposti” o a specifiche funzioni dello Stato. 

  • Legalità come promozione del bene comune 

La crisi della legalità, nel nostro Paese, si manifesta soprattutto attraverso la grande criminalità, ma non si esaurisce in questa. Sempre più forte oggi è l’aumento della piccola criminalità che va a svilire ancora di più il senso di legalità. La forte criminalità organizzata che spadroneggia nell’economia e nelle finanze di varie zone del nostro paese turba profondamente gli animi inducendoli quasi alla rassegnazione. C’è bisogno di una mobilitazione delle coscienze che, insieme ad un’importante azione istituzionale, possa mettere un freno al fenomeno criminoso. Una lotta efficace è chiesta a tutti. La crescita di una coscienza della legalità esige la formulazione di leggi che promuovano e tutelino il bene comune. È proprio il bene comune il fine dell’organizzazione di una società, non a caso una “società criminale” avrà come riflesso un “malessere comune”.  Il Concilio Vaticano II a proposito del bene comune ci insegna: “Il bene comune della società, che è l’insieme di quelle condizioni di vita sociale grazie alle quali gli uomini possono conseguire il loro perfezionamento più pienamente e con maggiore speditezza, consiste soprattutto nel rispetto dei diritti e della persona umana”. La ricerca del bene comune quindi si fonda sul riconoscimento della pari dignità sociale, per la quale tutti gli uomini sono tra loro interdipendenti e sono pertanto chiamati a collaborare al bene di tutti. Il bene comune perciò si qualifica come meta e impegno che unifica gli uomini e che esige la cura che ogni cittadino deve avere per la legge, la cui finalità è di promuovere il concreto bene di tutti. È proprio il bene comune che ci chiede di mettere in campo iniziative orientate ad affrontare i problemi presenti nel nostro paese e non solo. 

  • Legalità e comunità cristiana 

Il senso della legalità e alla legalità non può essere improvvisato; chiede un percorso educativo. La sua crescita è affidata alla collaborazione di tutti, ma in particolar modo famiglie, scuola, tutte le agenzie educative che all’interno del nostro paese hanno un potere aggregativo ed un compito educativo. Anche la comunità cristiana è impegnata in quest’opera di formazione ed educazione. La stessa comunità cristiana sente il forte bisogno di impegnarsi maggiormente a combattere le ingiustizie ancora largamente diffuse e contribuire fattivamente affinché le leggi siano rispettate in maniera corretta. 

L’affievolirsi del senso di legalità è l’esempio lampante di una carenza educativa non solo sociale e generale, ma anche della stessa formazione personale. Diventa per questo necessario ed importante far emergere nell’opera educativa la centralità della dignità umana, l’importanza di agire in libertà e responsabilità, con sapienza e amore. Il rispetto della norma è rispetto del e per l’uomo, ai suoi valori e finalità. 

  • Conclusioni

Come giovani di AC, impegnati in prima linea nel servizio educativo, sappiamo bene che prima ancora che viverla, siamo chiamati a costruire una società migliore; sappiamo bene che la legalità, declinata nel rispetto e nell’osservanza delle leggi, è una forma di giustizia che mira al riconoscimento della persona in quanto tale. Come giovani di AC vogliamo essere promotori di legalità e custodi di fraternità. Vogliamo essere testimonianza ed esempio, non vogliamo accontentarci di enunciare leggi, vogliamo entrare nella storia e affrontarla nella sua complessità. Non c’è in gioco solo la legalità, ma la vita delle persone: bene prezioso e dono di grande valore. Ci sentiamo responsabili di questo mondo, di questa terra, dei luoghi che quotidianamente abitiamo. Noi come giovani di AC e in primis cristiani, ci facciamo e siamo compagni di viaggio e di strada di quanti cercano di realizzare il bene possibile e comune. 

OSPITI

Giuseppe Bellanti

Nasce ad Agrigento, 44 anni, vive a Palermo da 25 anni. Laureato in Scienze e Tecnologie agrarie, lavora come responsabile amministrativo di una congregazione religiosa palermitana “Boccone del Povero”, inoltre dedica qualche ora settimanale all’insegnamento presso una scuola professionale regionale. 

Attualmente presidente diocesano dell’AC palermitana al secondo triennio, dopo essere stato per un triennio amministratore e per un triennio vice presidente adulti. 

A livello parrocchiale è educatore del gruppo giovani e del gruppo giovani-adulti, oltre ad essere impegnato anche in altri servizi pastorali. 

È anche presidente generale di una Associazione laicale riconosciuta come opera propria della Congregazione per la quale lavora denominata “Associazione Giacomo Cusmano” occupandosi di servizi caritativi volti alla promozione umana di soggetti svantaggiati come ad esempio la mensa dei poveri.

Come presidente diocesano coordina tutte le attività svolte in seno al Centro Semi di Speranza, bene confiscato alla mafia e concesso in comodato ad uso gratuito all’AC diocesana.

Rosy Bindi

Nasce a Sinelunga (VE) nel 1951. È una donna politica italiana laureata in scienze politiche, ricercatrice in Diritto amministrativo, allieva e poi assistente di Vittorio Bachelet, è stata vicepresidente dell’Azione cattolica (1984-89), europarlamentare dal 1989 al 1994, parlamentare italiana dal 1994 al 2018, ministro della Sanità dal 1996 al 2000, ministro per le Politiche della famiglia dal 2006 al 2008, vicepresidente della Camera dei deputati dal 2009 al 2013, presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 2013 al 2018. Attualmente è presidente onorario dell’“Associazione Salute diritto fondamentale articolo 32”, che ha fondato; componente del comitato scientifico della rivista «La Via Libera»; membro dell’Accademia pontificia Mariana internazionale. Ha sostenuto la nascita della Margherita, di cui diventa responsabile per le politiche sociali. Da sempre impegnata nel dialogo tra laici e cattolici, ha promosso la collaborazione e l’unità politica tra le forze democratiche e riformatrici favorendo in modo determinante la nascita del Partito Democratico.