Lezioni di “virologia” I
In queste giornate di Coronavirus anche le persone più sprovvedute stanno seguendo lezioni di virologia grazie alla valanga di informazioni, non sempre precise, che vengono divulgate dai mezzi di comunicazione tradizionale e da quelli di nuova generazione. Basta un click per passare dagli aspetti scientifici a quelli epidemiologici a quelli sociali. Ormai sappiamo (quasi) tutto.
È il tempo favorevole per imparare alcune lezioni. Intanto consideriamo che anche in tempi di calma ci sono persone che lavorano per la nostra salute. Ricerca e rimedi possibili sono sempre all’ordine del giorno di istituti scientifici, di laboratori specializzati. Dobbiamo un doveroso riconoscimento a chi oggi è in prima linea per far fronte alla pandemia ma ce ne dovremo ricordare anche quando ritorneranno tempi ‘normali’. A questo proposito ai medici e a tutto il personale sanitario associamo i nostri operatori e volontari che in questi giorni non fanno mancare attenzione alle persone più fragili che abitano le nostre strutture. Impariamo quindi a rispettare il lavoro e l’impegno di tutti coloro che in un modo o nell’altro sono a servizio, si prendono cura dei cittadini.
Nella gravità della situazione impariamo anche a riconciliarci con la malattia che nelle forme più diverse è presente nelle nostre case. Purtroppo molti guai fisici, nella normalità, non fanno notizia a meno che non riguardino qualche personaggio noto.
Impariamo poi che i virus sono molti, possono cambiare (mutare) e ne esistono alcuni che incidono sulla sfera sociale. Sono quei virus comportamentali (culturali) che contagiano e si diffondono in maniera silente, asintomatica ma che finiscono per condizionare la vita sociale. Oggi si afferma l’affermazione: “Siamo tutti sulla stessa barca”. Ebbene, non dimentichiamo che il virus della indifferenza ha buttato a mare molte persone e molti valori: viviamo quotidianamente con espressioni di questo tipo: “Non mi riguarda, non mi interessa, si arrangino gli altri”.
La virologia umana del nostro tempo presenta una ampia classificazione. Il risultato è sotto gli occhi di tutti senza necessità di fare elenchi. Dall’individualismo al relativismo, alla perdita di senso e di responsabilità. E’ ora il tempo favorevole in cui tutti siamo invitati a riflettere sui tanti virus sociali che affliggono la casa comune e, insieme, porre rimedi. Il senso comune e responsabile di questi giorni ci dice che insieme si può e che occorre andare oltre e aiutarci a pensare in grande e in avanti in termini di salute ma anche di economia e di socialità.
C’è ancora un virus cui vorrei accennare ed è quello della tecnologia che si è impadronita delle nostre vite stressando il senso di onnipotenza, di illusione dell’illimitato, di potere e allontanando da quella spiritualità che ci ha sempre caratterizzato e che è alla base del vivere comune. La vecchia frase un tempo ricorrente a sproposito “Non c’è più religione” oggi è quanto mai reale ed è all’origine della perdita di senso e dell’umano di cui invece – oggi – c’è bisogno.
A questo punto non possiamo non tirare in ballo la comunità cristiana che dovrebbe essere il luogo e il punto di partenza per la testimonianza di quei valori che possono dare vita all’uomo. Discorso lungo e complesso che limito ad alcune domande: come reagisce oggi la comunità cristiana, come è presente nella realtà pandemica? Si rinchiude in attesa che riprendano celebrazioni e riti abitudinari e tutto torni a normalità o si accorge che ci sono virus che l’hanno infiacchita, impoverita di slancio spirituale e missionario? La difficoltà nella quale ci siamo imbattuti in questi giorni per trovare soluzioni di accoglienza dignitose e proteggenti per le persone accolte nelle varie strutture, suona ancora una volta come campanello di allarme.
Non ci si può accontentare che ci sia chi ci pensi. Stiamo facendo i salti mortali con grande abnegazione da parte di operatori e volontari e con grande rischio perché il “pensiamo alla salute” sia di tutti e quindi anche di chi non ha una casa in cui ripararsi, curarsi.
La odierna lezione di virologia, che coincide con il tempo favorevole della Quaresima, deve insegnarci che è il tempo di cambiare; il tempo favorevole perché la comunità cristiana si interroghi e non deleghi. E’ il tempo favorevole in cui vivere davvero una spiritualità incarnata. Passerà l’ondata contagiosa di questo virus: non lasciamoci rubare fede, speranza e carità da altri virus latenti.
Facciamo in modo che quando potremo riabbracciarci non sia solo un segno di scampato pericolo ma un segno di riconciliazione e convivialità fraterna.