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Piersanti Mattarella, l’Italia migliore

A Palermo, Università Lumsa, Ac diocesana e Fuci ne hanno ricordato l’eredità giuridica e morale con un Convegno. Testimone di una fede incarnata, fu ucciso da Cosa Nostra “non per le cose che voleva fare ma per le cose che già aveva fatto”

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’
E siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa novità,
L’anno vecchio è finito ormai
Ma qualcosa ancora qui non va

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
Porterà una trasformazione
E tutti quanti stiamo già aspettando

Citando queste parole della celebre canzone di Lucio Dalla il prof. Guido Corso, docente di diritto amministrativo presso l’Università Lumsa di Palermo, ha ricordato un aneddoto della vita di Piersanti Mattarella. Si tratta di un momento di allegria vissuto quasi alla vigilia della sua uccisione e precisamente la notte di Capodanno tra il 31 dicembre 1979 e il 1° gennaio 1980 che racconta di un giovane uomo, gioioso e festoso impegnato a cantare questa canzone in compagnia dei suoi familiari. Effettivamente quel nuovo anno ha portato una grande trasformazione, sappiamo benissimo, infatti, che il 6 gennaio successivo perde la vita assassinato da Cosa Nostra durante il suo mandato di Presidente della Regione Siciliana. Quell’omicidio stronca l’azione rinnovatrice messa in atto da questo grande “Politico” e il sogno di tanti uomini e donne, giovani e adulti che con lui e in lui riponevano questa speranza di rinnovamento. La sua morte rappresentò un duro colpo al processo di riforma avviato in Sicilia ma anche per l’intera nazione italiana.
un ricordo riportato martedì 1° marzo 2022 presso l’Aula Magna dell’Università Lumsa di Palermo in occasione del Convegno di studio organizzato dal dipartimento di Giurisprudenza dal titolo “L’eredità giuridica e morale di Piersanti Mattarella: il politico e il legislatore”, patrocinato dall’Azione cattolica dell’arcidiocesi di Palermo e dalla Fuci.

Piersanti Mattarella nacque a Castellammare del Golfo (TP) il 24 maggio 1935. Secondogenito di Bernardo, uomo politico della Democrazia Cristiana, assieme alla famiglia si trasferì a Roma nel 1948 dove studiò laureandosi a pieni voti in Giurisprudenza alla Sapienza con una tesi in economia politica, sui problemi dell’integrazione economica europea.
Cresciuto sulla scia degli insegnamenti politici, sociali ed etici di don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare, era il punto di riferimento di un gruppo di dirigenti partitici che alla luce dell’ispirazione cristiana si impegnava per la ricerca della libertà e della giustizia sociale.
Un punto di partenza fondamentale per studiare la poliedrica figura di Mattarella è la sua fede in Cristo. Era un uomo segnato da una profonda fede maturata anche grazie l’appartenenza all’Azione cattolica dove è cresciuto partecipando attivamente alla vita associativa occupandosi della formazione di tanti giovani che alla sua scuola iniziavano a sognare una nuova Politica e un nuovo ruolo del politico, attento ai bisogni dell’uomo e aperto al bene comune.
L’onorevole Mattarella, prima assessore al bilancio e poi presidente della Regione Siciliana, pianifica una serie di interventi con l’obiettivo di superare il sottosviluppo dell’isola. Sempre lontano dalla logica dei favori o della difesa di interessi particolari fa approvare dall’assemblea regionale un “piano d’interventi per il periodo 1975-1980” che costituisce il primo tentativo siciliano di una politica produttiva e non assistenziale. Il suo operato come presidente della regione siciliana è contraddistinto anche dal tentativo di generare un ponte fra l’Unione Europea e i Paesi nordafricani ma anche di mettere in atto una serie di riforme strutturali per smantellare l’illegalità diffusa e in particolare nel settore urbanistico e dell’edilizia.

I lavori sono iniziati con i saluti del prof. Gabriele Carapezza Figlia, Direttore del dipartimento di Giurisprudenza della Lumsa, che oltre a mettere in risalto la figura e l’azione di Piersanti Mattarella ha ringraziato i relatori e i presenti ed in particolare si è soffermato nel segnalare l’interesse dei giovani avvocati Adriana Brusca, Alessandro Fricano e Andrea Mattarella, dottorandi, e dei giovani universitari della neo Fuci, impegnati ad organizzare un momento di studio su questo grande “politico e legislatore” ricordando ai diversi universitari presenti in aula e a quanti erano collegati a distanza il valore e il ruolo riconosciuto da Mattarella nei confronti delle nuove generazioni e della loro azione capace di generare cambiamento.
Entrando nel vivo della discussione, il moderatore prof. Giuseppe Notarstefano, docente di statistica economica presso l’Università Lumsa e presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, prima di dare la parola agli illustrissimi relatori, ha sottolineato l’impegno sociale di Piersanti fondato su una fede solida e radicata nel Vangelo che lo spinge ad un impegno concreto frutto del discernimento cristiano. I relatori dott. Antonio Balsamo, Presidente del Tribunale di Palermo, prof. Giuseppe Verde, ordinario di diritto costituzionale dell’Università di Palermo e il prof. Guido Corso hanno donato importanti spunti di riflessione arricchiti da racconti personali ed esperienze condivise con Mattarella che hanno messo in risalto alcune qualità personali e alcuni obiettivi raggiunti durante il suo servizio come amministratore politico e legislatore ricordando in particolare l’impegno per le riforme, la legge urbanistica, il ruolo dell’Autonomia regionale, i principi etico politici, l’interesse per i giovani e la loro formazione politica a partire dall’adolescenza attraverso i principi fondanti della Costituzione, l’amicizia con Aldo Moro e il suo servizio come presidente della regione all’indomani della sua uccisione fondato anche sui principi e valori politicamente condivisi con quest’ultimo che lo porta ad essere definito il “Delfino dell’illustre Costituente” ed infine l’ispirazione politica di Giorgio La Pira come modello di amministratore.
Hanno concluso i lavori i giovani dottorandi, i quali si sono occupati di raccontare attraverso gli scritti dello stesso Mattarella e attraverso lo studio della sua azione l’interesse verso la politica comunitaria, il servizio all’uomo non come individuo ma come persona ed infine il ruolo politico inteso come servitore del paese fiducioso nelle Istituzioni come unica strada per amministrare e di legislatore capace di rispondere alle istanze sociali fondandosi sul principio dell’uguaglianza.

Mi permetto di concludere questo mio articolo complimentandomi con gli organizzatori non solo per i contenuti e gli spunti emersi ma anche per aver condiviso con l’Azione cattolica palermitana questo momento che mi auguro sia il primo di una lunga serie. Ogni occasione è buona per crescere nella conoscenza di “uomini” che hanno saputo generare speranza e innescato processi non per ricordare quanto sono stati bravi ma per consegnare altrettanta speranza in chi ascolta e accendere il desiderio di volere continuare sulla strada tracciata.
Piersanti Mattarella “non è stato ucciso per le cose che voleva fare ma per le cose che già aveva fatto” questo ci aiuta a comprendere quale grande eredità ci consegna ancora oggi a distanza di più di quarant’anni dalla morte.

Giuseppe Bellanti è Presidente diocesano dell’Ac di Palermo