La paura del diverso, uno dei timori più profondi dell’uomo, continua ad alimentare intolleranza e violenza irrazionale. È naturale avere paura di qualcuno che non ci somiglia, perché non siamo capaci di calarci nei suoi panni, nei suoi pensieri, nelle sue abitudini, soprattutto se lo vediamo attraverso un monitor, da dove tutto è ridotto e relativo.
In questi due anni di pandemia, il pesante timore della diversità unito alla soffocante paura di contagiarsi o di rimanere soli si sono abbattuti, come una potente tempesta silenziosa, su giovani indifesi, che hanno sofferto iterate forme di bullismo e cyberbullismo, discriminazione e odio, persecuzioni e tormenti.
Sebbene il dolore non vada taciuto, sebbene i soprusi non vadano nascosti, noi oggi possiamo proporci di non piangerci addosso, guardando alle ferite aperte, bensì di curarle e di custodire le vittime di oggi e di ieri perché non ci siano altre vittime domani.
Su questa strada incrociamo l’esperienza di Mirko Cazzato, nominato tra i migliori 50 studenti del pianeta per aver fondato il gruppo MABASTA (Movimento AntiBullismo Animato da STudenti Adolescenti). Le attività del gruppo non sono solo racconti o collezioni di esperienze, ma offrono un modello: «Tutte le classi possono compiere sei azioni: scegliere un referente antibullismo (il mabaprof), rispondere ad un questionario, eleggere all’interno del gruppo classe un bulliziotto e una bulliziotta che tengano gli occhi aperti e siano pronti a intervenire, fornire una cassetta postale e una piattaforma virtuale per eventuali segnalazioni e infine esporre una specie di bollino verde quando la classe è debullizzata».
Per concludere, che cosa possiamo fare? affidiamo tre missioni per contrastare la paura del diverso:
- Abbattere la “normalizzazione” della realtà: non consideriamo nulla normale, perché tutto ciò che definiamo con questa parola è piatto, pieno di pregiudizi e monocromo. Come possiamo definire qualcosa o qualcuno normale se siamo tutti diversi, colorati e pieni di sfumature?
- Stare accanto ai nostri compagni e compagne. Facciamo attenzione alle loro assenze o alle loro ferite, interessiamoci a loro e scambiamoci qualche chiacchierata spensierata: dobbiamo ascoltarci di più.
- Conoscere e voler imparare! Se ogni timore nasce dall’ignoranza, allora l’arma più forte contro la paura del diverso è la conoscenza.
Non sempre sono necessarie grandi e rumorose azioni per fronteggiare feroci violenze; bastano piccole grandi missioni quotidiane piene di consapevolezza, gentilezza e cura per vincere sull’ignorante intolleranza, aggressività e paura.