L’Istituto di Diritto internazionale della pace Giuseppe Toniolo” è stato costituito dalla Presidenza Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, che ha fatto proprie le sollecitazioni provenienti dal Comitato per la beatificazione di Giuseppe Toniolo.
L’Istituto si propone di rendere possibile l’intuizione che il Beato Toniolo elaborò durante la prima guerra mondiale e attraverso la quale ebbe modo di esprimere il suo anelito di pace mettendo a frutto la sua preparazione culturale, la sua fedeltà alla Chiesa e una grande capacità organizzativa.
Scrive Toniolo, rivolgendosi al Papa Benedetto XV: “Il sorgere in Roma di un istituto scientifico all’ombra della Chiesa è un motivo vivente e solenne, in quest’ora tragica, per rammentare che al di sopra degli stessi legittimi beni ed interessi delle singole nazioni e Stati vi ha una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana, con l’interesse di cooperare tutti armonicamente, con eguale, libera e meritoria emulazione, al comune incivilimento, che gli eventuali e deplorevoli egoismi collettivi contempera ed armonizza in un bene supremo, che la religione stessa consacra e che si incarna nel fatto storico dell’unica perenne universalità della civiltà cristiana.”
L’ACI promuove l’Istituto di diritto internazionale della pace come segno di speranza, in fedeltà alla propria storia e identità, a servizio della comunità cristiana e della società.
Obiettivo generale dell’Istituto è divenire da punto di riferimento di competenze sul diritto internazionale, interagendo con le università pontificie, italiane e di altri paesi, in collaborazione con altri istituti e organismi affini per approfondire il contributo del diritto internazionale in riferimento a temi e situazioni rilevanti per la pace.
Altro obiettivo ugualmente importante da coltivare è quello del risvolto formativo che è proprio dell’Azione Cattolica e che oggi intende sottolineare l’urgenza di qualificare la formazione del laicato, in modo che il diritto internazionale aiuti a cogliere la complessità della realtà e indichi percorsi di pace di dialogo.
Presieduto dal Presidente nazionale dell’ACI, l’Istituto “Giuseppe Toniolo” è costituito da un Comitato Direttivo, da un Consiglio Scientifico e da un Comitato esecutivo, quest’ultimo ha il compito di attuare e rendere esecutivi i progetti di studio e ricerca elaborati in seno al Consiglio Scientifico.
L’Istituto è stato presentato ufficialmente il 25 gennaio 2002 in occasione del Colloquio internazionale di studio sul tema “Il diritto internazionale per una pace possibile”.

Beato Giuseppe Toniolo
L’Istituto di Diritto Internazionale per la Pace è intitolato al Beato Giuseppe Toniolo perché si ispira ad una sua profetica idea, presentata a Papa Benedetto XV nel 1917:

“il sorgere a Roma di un istituto scientifico all’ombra della Chiesa è un motivo vivente e solenne… per rammentare che al di sopra degli stessi legittimi beni ed interessi delle singole nazioni e Stati vi ha una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana“.
Per conoscere il Beato Giuseppe Toniolo, “l’uomo della Rerum Novarum, l’economista capace di interpretare in senso programmatico le istanze di una dottrina sociale impegnata a difendere i diritti dei lavoratori e delle classi sociali più disagiate”, come lo definisce S.E. Mons. Domenico Sorrentino, presidente emerito del Comitato di Canonizzazione, si rimanda al sito giuseppetoniolo.net
Impegno comune per la pace
Dichiarazione di Assisi
L’Istituto è stato presentato ufficialmente dalla Presidenza Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana ad Assisi nel gennaio 2002 in occasione del Colloquio internazionale di studio sul tema “Il diritto internazionale per una pace possibile” che si è concluso con la dichiarazione/manifesto di un impegno comune per la pace.
Raccolti qui, ad Assisi, abbiamo insieme riflettuto sulla pace, dono di Dio e bene comune dell’intera umanità. Pur appartenendo a tradizioni religiose diverse, affermiamo che per costruire la pace è necessario amare il prossimo rispettando la Regola d’oro: «Fa’ agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te».
Con questa convinzione, non ci stancheremo di lavorare nel grande cantiere della pace e per questo:
1. Noi ci impegniamo a proclamare la nostra ferma convinzione che la violenza e il terrorismo contrastano con l’autentico spirito religioso e, nel condannare ogni ricorso alla violenza e alla guerra in nome di Dio o della religione, ci impegniamo a fare quanto è possibile a fare quanto è possibile per sradicare le cause del terrorismo.
2. Noi ci impegniamo ad educare le persone a rispettarsi ed a stimarsi reciprocamente, perché si possa realizzare una convivenza pacifica e solidale tra appartenenti ad etnie, culture e religioni diverse.
3. Noi ci impegniamo a promuovere la cultura del dialogo, perché crescano la comprensione e la fiducia reciproca fra gli individui e i popoli, essendo queste le premesse dell’autentica pace.
4. Noi ci impegniamo a difendere il diritto di ogni persona umana a vivere una degna esistenza secondo la propria identità culturale e a formarsi liberamente una propria famiglia.
5. Noi ci impegniamo a dialogare, con sincerità e pazienza, non considerando quanto ci differenzia come un muro invalicabile, ma, al contrario, riconoscendo che il confronto con l’altrui diversità può diventare occasione di migliore comprensione reciproca.
6. Noi ci impegniamo a perdonarci vicendevolmente gli errori e i pregiudizi del passato e del presente, e a sostenerci nel comune sforzo per sconfiggere l’egoismo e il sopruso, l’odio e la violenza e per imparare dal passato che la pace senza la giustizia non è vera pace.
7. Noi ci impegniamo a stare dalla parte di chi soffre nella miseria e nell’abbandono, facendoci voce di chi non ha voce ed operando concretamente per superare tali situazioni, nella convinzione che nessuno può essere felice da solo.
8. Noi ci impegniamo a far nostro il grido di chi non si rassegna alla violenza e al male e vogliamo contribuire con tutte le nostre forze per dare all’umanità del nostro tempo una reale speranza di giustizia e di pace.
9. Noi ci impegniamo ad incoraggiare ogni iniziativa che promuova l’amicizia tra i popoli, convinti che il progresso tecnologico, quando manchi un’intesa solidale tra i popoli, espone il mondo a rischi crescenti di distruzione e di morte.
10. Noi ci impegniamo a chiedere ai responsabili delle nazioni di fare ogni sforzo perché a livello nazionale e internazionale, si edifichi e si consolidi, sul fondamento della giustizia, un modo di solidarietà e di pace.
Assisi, 24 gennaio 2002