L’arrivo delle prime persone ucraine a Pomigliano ha segnato un momento di svolta nella nostra percezione di quanto sta accadendo: la guerra non era più solo nelle immagini dei telegiornali ma nei volti di mamme e bambini che ora calpestano le nostre stesse strade.
Come associazioni di Azione cattolica di Pomigliano, abbiamo pensato di muoverci tempestivamente, di non restare in attesa di “ordini”. Sappiamo che la macchina dell’accoglienza si sta mettendo in moto, ma sappiamo anche che esiste una fase intermedia, prima che tutto sia a regime, in cui a tanta generosità non corrisponde ancora una sufficiente organizzazione. È una fase in cui i nostri “talenti semplici” possono essere importanti: cura delle relazioni, empatia, un approccio semplice e umile alle persone che si trovano in questa situazione. Poi, quando l’intera macchina sarà ben oleata, non faremo fatica a inserirci in percorsi più grandi e strutturati.
L’idea che abbiamo avuto, come presidenti e consigli parrocchiali, è stata dunque la più semplice possibile: raccogliere dall’amministrazione comunale le indicazioni sulle presenze in città e le prime necessità relazionali; raccogliere una disponibilità “extra” dei nostri educatori e di soci che hanno specifiche competenze; realizzare un calendario che consenta quasi ogni pomeriggio, soprattutto agli adolescenti e ai bambini ucraini presenti in città, ma anche alle mamme e ai genitori, di stare qualche ora con noi e con i nostri acierrini e giovanissimi (e questo incontro è l’assoluto valore aggiunto).
Inoltre, grazie alla disponibilità di alcuni insegnanti di Ac, iniziamo proprio in questi giorni a dare delle prime basi della lingua italiana, in attesa che siano definiti i progetti di inserimento scolastico e mediazione culturale. Intorno a pochi ingredienti, che sono un po’ il “dna” dell’associazione, si è poi aperto un cerchio più largo di solidarietà tra offerte economiche, offerte di vestiario, materiale scolastico.
Molto importante l’aiuto di donne ucraine già presenti sul territorio che vengono ai momenti di incontro e ci fanno da interpreti e traduttrici. Il sabato, poi, è il giorno in cui tutto questo impegno converge in “festa”, con i nostri gruppi acr e giovanissimi parrocchiali che accolgono i coetanei ucraini.
Fortunatamente a Pomigliano l’Ac ha un radicamento in ogni parrocchia, e questo facilita anche la nascita di attenzioni e progetti cittadini. Inoltre, negli anni, a prescindere dal colore politico delle amministrazioni, si è strutturato un rapporto di leale collaborazione con l’istituzione comunale, in particolare con i Servizi sociali. Il nostro servizio gratuito è quindi accompagnato costantemente dalle assistenti sociali. L’assessorato alle Politiche sociali ci ha inoltre reso disponibile un servizio di trasporto gratuito per aiutare i ragazzi e le ragazze ucraine a raggiungerci nelle parrocchie. Così come è strutturato, nelle singole parrocchie, la collaborazione con le Caritas che sono al lavoro sin dal primo momento sulle necessità più impellenti delle famiglie arrivate in città.
Il nostro impegno nasce nel solco di un forte e immediato impegno dell’Ac diocesana. Il 6 marzo ci siamo ritrovati per la prima Assemblea diocesana post-Covid e immediatamente si è messo a tema un impegno comune per l’Ucraina e per l’accoglienza. È stata raccolta anche una importante somma, devoluta alla comunità ortodossa ucraina in diocesi.
La nostra testimonianza è semplicemente che l’associazione ha le risorse per dare un contributo forte: silenzioso come nel nostro stile, ma forte. Perché la prima necessità che questi nostri amici hanno è entrare in relazione con persone che desiderano ascoltarli, superando anche la barriera linguistica (a proposito, per concludere: sono ingegnosi e tecnologici, con le app riescono a tradurre tutto da soli in tempo reale).
*presidente di Azione cattolica parrocchia San Pietro apostolo, Pomigliano d’Arco (nella foto: ucraini e italiani insieme in parrocchia)