LA STORIA DELL'AC

Data di inizio: 08/11/2019

Luogo: Roma - Domus Mariae

Povertà e disuguaglianze

Le prospettive internazionali di sviluppo sostenibile

Lotta alla povertà, alle disuguagliane che ne derivano, e sviluppo sostenibile sono le due facce della stessa medaglia – come evidenzia la Laudato si. L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme o si salvano insieme. Qui sta il punto di forza del quale ha bisogno la leva della razionalità, sia per capovolgere situazioni di ingiustizia e esclusione che non possono più essere accettate dalla comunità mondiale, sia per cogliere e valorizzare tutte le potenzialità del bene condiviso.

Su questo tema, la Presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana e l’Istituto di Diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo” promuovono il Convegno Povertà e disuguaglianze. Le prospettive Internazionali di sviluppo sostenibile, che si terrà a Roma (presso la Domus Mariae, via Aurelia 481 – Aula Barelli), venerdì 8 novembre 2019 (ore 17.00-20.00).

Come diversi studi evidenziano, non è la scarsità delle risorse che genera la contrapposizione e la lotta tra gli uomini. Piuttosto è vero il contrario: la contrapposizione e la lotta depotenziano le risorse, nel mentre la condivisione solidale e creativa le moltiplica. In questo quadro la questione dei beni comuni diventa cruciale. Occorre a scala globale costruire un ordinamento e una strategia di azione secondo cui i beni della terra (ambiente, clima, acqua, conoscenza) non appartengono a coloro che per primi se ne impossessano o li sfruttano, ma son destinati a tutti gli uomini.

È necessario dunque allargare il campo, e la mente. Occorre ragionare per futuri possibili, liberando nuove energie e nuove risorse, spostando in avanti vincoli e possibilità. Il magistero di Francesco, il suo concetto di «ecologia integrale», ci vien in aiuto indicando almeno tre gradi sfide da cogliere: la sfida della gratuità come antidoto alla logica di egoismo e di sfruttamento che caratterizza il nostro tempo; la sfida della giustizia come antidoto alle diseguaglianze crescenti nella distribuzione delle risorse, dei diritti, delle possibilità di vita; la sfida del perdono richiesto come antidoto alla violenza, alla logica della forza che pretende di stabilire e imporre le regole del gioco.

Siamo chiamati a grandi cambiamenti culturali, all’assunzione di criteri di giudizio diversi da quelli consueti. Pace e sviluppo, inteso come avere in funzione dell’essere di ogni uomo e di ogni popolo, possono rappresentare la grande discriminante tra vecchie e nuove strategie politiche, economiche, sociali e ambientali. Gli ultimi hanno bisogno della imprenditoria, della competenza, della scienza, delle abilità dei primi. I primi a loro volta hanno bisogno degli ultimi per trovare un senso alle loro ricchezze materiali e immateriali: l’accumulo fine a se stesso non genera una nuova qualità della vita bensì una cultura di disperazione.

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