LA STORIA DELL'AC

Data di inizio: 15/06/2018

Luogo: Roma - Domus Mariae

Largo ai giovani! L’impegno dei giovani a cinquant’anni dal ’68

« “Largo ai giovani! L’impegno dei giovani a cinquant’anni dal ‘68” è il tema del seminario di studio promosso dall’Istituto “Vittorio Bachelet” e dal Settore giovani di Azione Cattolica, in programma per il pomeriggio di oggi presso la Domus Mariae di Roma. Dalle 16.30, dopo il saluto di Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Azione Cattolica, sarà Lorenzo Caselli, economista dell’Università di Genova, ad introdurre i lavori. Seguirà la narrazione di esperienze giovanili sul “campo”: Domenico Iovane, dell’Azione Cattolica di Nola; Rifat Aripen, portavoce dei Giovani musulmani d’Italia; ed Eleonora De Leo, presidente nazionale della Gioventù operai cristiana (Gioc). L’intervento centrale sarà affidato alla sociologa Rita Bichi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Modererà il dibattito Michele Tridente, vicepresidente nazionale dell’Ac per il Settore giovani, che traccerà anche le conclusioni del seminario.

“Ogni generazione ha bisogno dell’altra. Sia quella del 1968 ha bisogno dei giovani di oggi sia quella del futuro necessita della precedente. Serve un patto tra generazioni per arricchirsi reciprocamente”. Lo ha detto Lorenzo Caselli, docente emerito di Economia dell’Università di Genova, intervenendo oggi pomeriggio, a Roma, al convengo del Settore Giovani di Azione Cattolica sul loro impegno a 50 anni dal ’68. Mettendo a confronto l’impegno di generazioni diverse, partendo dal ’68, Caselli ha affermato che “allora il miracolo economico era giunto al capolinea e i valori di solidarietà si contrapponevano a quelli dominanti”. Il docente ha poi sottolineato come “i giovani in Italia a prima vista siano una forza debole, poco attiva nei processi di cambiamento, forse perché manca la spinta dei grandi ideali o per l’incertezza nel futuro”.

“Eppure l’Italia ha bisogno di giovani come energia positiva. Non ne sembra, però, consapevole. Devono potersi mettere alla prova e impegnarsi ma mancano le condizioni. La generazione adulta ha largamente mancato alle sue possibilità”. Secondo Caselli, “i giovani corrono il rischio di non avere memoria perché non gliel’ha tramandata nessuno, hanno timore del futuro e si fermano in un presente dilatato e a volte virtualizzato”. “Quindi, rischiano di essere la generazione del ‘tardi’. Diventa adulta tardi, lascia casa tardi, si sposa tardi”. La via dell’evoluzione, secondo Caselli, ha altre traiettorie. “Per evolversi i ragazzi hanno bisogno di utopie, ma oggi hanno paura di sognare. I sogni dei giovani sono garanzia per il futuro del Paese”.

C’è Domenico Iovane, che da Nola per tre anni è stato in Albania per aiutare i giovani in una situazione di povertà. E anche Rifat Aripen, portavoce dell’associazione Giovani musulmani d’Italia, che organizza momenti di riflessioni nel Paese sui temi di attualità. E poi, ancora, Eleonora De Leo, presidente nazionale della Gioventù operaia cristiana, impegnata ad aiutare i coetanei a vivere la fede nella vita di ogni giorno.

Storie e testimonianze presentate oggi pomeriggio, a Roma, al convegno del Settore giovani di Azione Cattolica sul loro impegno a 50 anni dal ’68. Nel periodo estivo un gruppo di ragazzi dell’Azione cattolica di Nola è impegnato in Albania, a Scutari, per farsi formatore di altri giovani. “È un’esperienza che ci dà la possibilità di vivere la nostra umanità in prima persona – ha spiegato Iovane –. Quando si arriva lì, ognuno dona tutto quello che ha. La lingua è incomprensibile ma si trova unità nella fede. Si vive la profondità dei piccoli gesti. Con queste esperienze di servizio la nostra fede è portata a crescere”.

Rifat Aripen, nato in Bangladesh e trasferitosi in Italia, invece, ha presentato la differenza fra la prima e la seconda generazione di musulmani in Italia, osservandone le divergenze. “Le moschee erano frequentate in un primo tempo da gruppi di musulmani in base alla nazione di origine. Adesso vogliamo dare una rappresentazione unica. Come associazione dibattiamo sui temi dell’attualità con altri giovani”. Aripen indica un “problema comune” con i ragazzi italiani, cioè “la difficoltà ad approcciarsi con i giovani che sono disinteressati”.
“Crediamo in società multiculturale e multireligiosa – ha affermato – perché la diversità arricchisce la società”. Presentando le storie di una ragazza “neet” e di un giovane apicoltore, De Leo ha affermato che “il mondo del lavoro non dà dignità ai giovani”, vittime di un “isolamento non avendo spazio di protagonismo”. L’invito agli adulti è quello a “impegnarsi nella formazione” affinché “i giovani lavoratori e non maturino un senso di responsabilità”.

Secondo il vicepresidente nazionale del Settore giovani di Ac, Michele Tridente, “oggi la Chiesa e il mondo hanno bisogno di giovani che sappiano e vogliano essere protagonisti. È necessario quindi cominciare a partecipare adesso alla semina del futuro” ».

Agenzia Sir 15.06.2018

Allegati