Accogliere, proteggere, promuovere e integrare
All’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, di cui il prossimo 10 dicembre ricorre il settantesimo anniversario, si legge che «tutti gli esseri umani […] devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». Un principio sancito in numerosi trattati e convenzioni internazionali, che però troppo spesso viene tradito alla prova dei fatti, in particolare nella gestione dei fenomeni migratori. Troppo spesso i migranti sono oggetto di fenomeni di discriminazione razziale e intolleranza, solo perché portatori di cultura e costumi diversi da quelli dei Paesi di destinazione.
L’ossessione della sicurezza e la nuova corsa alla fortificazione dei confini hanno progressivamente disumanizzato la politica del vecchio continente, privandola della capacità di guardare oltre le proprie paure e di carpire le effettive proporzioni geografiche e sociali dei fenomeni migratori. D’altra parte, anche al netto delle retoriche populiste e nazionaliste, la presenza migrante rischia di essere percepita solo in relazione all’apprezzabile contributo che porta con sé in termini economici, ove si considerino gli effetti della forza lavoro e la giovane età dei migranti, che tendono a bilanciare gli squilibri dei sistemi economici e previdenziali nazionali.
C’è un enorme patrimonio di umanità e possibilità di futuro che inesorabilmente sfugge alla rappresentazione massmediatica del fenomeno migratorio. I migranti sono il volto tangibile della globalizzazione e possono essere strumento concreto per promuovere una nuova stagione di umanità e pace tra le nazioni. «Come sono belle le città che superano la sfiducia malsana e integrano i differenti, e che fanno di tale integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Come sono belle le città che, anche nel loro disegno architettonico, sono piene di spazi che collegano, mettono in relazione, favoriscono il riconoscimento dell’altro!», si legge nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco.
Anche nel messaggio per la Giornata mondiale dei Migranti e dei Rifugiati per l’anno 2018, “Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati”, facendo eco ai suoi numerosi appelli, il Papa ha ribadito la necessità di un impegno plurale per la promozione di uno sviluppo umano integrale di ogni migrante o rifugiato. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare sono così diventati i punti cardinali intorno ai quali ridisegnare l’agenda del fenomeno migratorio per l’intera comunità internazionale. Una proposta che è poi sfociata in un documento del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale del Vaticano, presentato alle Nazioni Unite quale contributo concreto nell’ambito dei processi avviati sul finire del 2017 per l’elaborazione, entro la fine del 2018, di due Global Compact, uno sulla migrazione sicura, ordinata e regolare e uno sui rifugiati.
i tratta di una sfida cruciale per la comunità internazionale che, attraverso i due documenti proposti in seno all’Assemblea generale, avrà finalmente l’occasione per fornire una risposta congiunta in termini di cooperazione internazionale e di responsabilità condivisa su una delle questioni più rilevanti per la gestione delle relazioni internazionali e il futuro dell’umanità intera. Su tali temi il prossimo 9 novembre, a Roma, la Presidenza nazionale dell’ Azione cattolica, l’Istituto Vittorio Bachelet e l’Istituto di diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo” promuovono un Seminario di approfondimento “Agenda Immigrazione]”.
Il seminario sarà l’occasione per tenere accesi i riflettori sulle sfide poste dai fenomeni migratori non solo sul piano internazionale, ma anche su quello nazionale, sia per la società civile che per le comunità ecclesiali. Dopo il saluto iniziale del Presidente nazionale dell’associazione, Matteo Truffelli, e l’introduzione del Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Toniolo, Ugo Villani, i lavori proseguiranno con le relazioni di Francesco Cherubini (LUISS), che si soffermerà sul contesto europeo ed internazionale, e di Mario Morcone (Direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati) che si soffermerà sulle dinamiche interne del sistema immigrazione, sul piano giuridico e istituzionale.
Seguiranno due esperienze concrete di risposta ai bisogni dei migranti e rifugiati, a testimonianza di quel vasto patrimonio di esperienze ed umanità messo in campo dalla Chiesa italiana, attraverso gli interventi di Angelo Moretti, Direttore generale Consorzio Sale della Terra e Coordinatore Caritas Benevento e Camillo Ripamonti SJ, Presidente dell’Associazione Centro Astalli. Le conclusioni saranno affidate a Gian Candido De Martin, Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Vittorio Bachelet. In conformità con il magistero di Papa Francesco, il seminario, dunque, intende rilanciare un invito all’azione, sulla scia di quella Chiesa in uscita disegnata da papa Bergoglio. (Ri-)mettere in circolo l’umanità è l’unica risposta credibile che abbiamo per dare gambe alla globalizzazione della solidarietà cui papa Francesco ci chiama. I migranti ci ricordano che apparteniamo ad un’unica famiglia umana. Fermare il loro viaggio verso la possibilità di una vita migliore significa, prima ancora che costruire una barriera materiale tra noi e l’altro, rinchiudere dentro pregiudizi innaturali il nostro più profondo senso di umanità.
30.10.2018
Michele D’Avino (Direttore dell’Istituto di Diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo” e componente del Centro Studi di AC)
