La strada per Barbiana è ancora oggi una specie di grossa mulattiera. La casa più vicina ad almeno mezzo chilometro, le altre sparse per i monti. Un paese che non è che una chiesa, una canonica e un cimitero.
Da qui, nel 1967, i ragazzi di una scuola speciale lanciarono un appello al Paese, riaffermando il ruolo primario dell’istituzione scolastica nella formazione del “cittadino sovrano”, rilanciando il diritto all’istruzione come presupposto per il diritto all’eguaglianza, denunciando una scuola che stava scadendo nell’insipienza, o meglio, nella in-Sapienza.
È la denuncia di Lettera a una professoressa, il manifesto del metodo educativo della Scuola di Barbiana, la scuola fondata dal giovane e renitente prete fiorentino don Lorenzo Milani, “allontanato” dalla Curia di Firenze in quest’angolo sperduto del Mugello.
Una scuola per montanari, per i figli dei poveri, per i tanti ragazzi che la scuola di allora perdeva, smarrendosi nelle dinamiche del voto-registro, della promozione ai fini del diploma, del dovere degli insegnanti di “fermare” i meno capaci, i meno dotati, “gli svogliati”, in nome di un sapere che fosse privilegio dei più bravi, dei più intelligenti, dei meritevoli.
I ragazzi di Barbiana chiedevano una scuola che non preparasse al diploma, ma alla vita. Che non insegnasse saperi vuoti di senso, ma che attribuisse a tutto un “fine grande”. Il fine grande di Barbiana era il prossimo. “E come vuol amare il prossimo se non con la scuola, la politica e il sindacato?”. Barbiana ci insegna che il Sapere non è prestigio ma serve solo per darlo.
È per ricordare questa scuola, l’esempio del maestro che fu don Lorenzo, l’esperienza vissuta da questi ragazzi, che oggi, nel centenario della nascita, il Movimento Studenti di Azione Cattolica ripropone una riflessione sulla figura così controversa di questo prete fiorentino e sull’esempio educativo della scuola di Barbiana.
Il MSAC propone una mostra. Itinerante, tematica, attuale
Itinerante, perché vogliamo che questa mostra, con le sue parole, le sue foto, la vita che racconta, possa “vistare” quanti più studenti è possibile, raggiungendoli nelle loro scuole, nelle loro province, sul loro territorio. Vogliamo sia patrimonio di tutti, che possa appassionare ogni studente ad una nuova idea di scuola e di studio.
Attuale, perché non si tratta di un amarcord celebrativo di un prete dalla vita un po’ particolare, l’album fotografico di un’esperienza di scuola troppo “speciale”. Siamo convinti che Barbiana possa parlare ancora oggi e possa parlare agli studenti di questo tempo, ai loro sogni, alle loro domande di senso.
Tematica. La mostra proposta dal MSAC è divisa in tre sezioni: Barbiana e gli Ultimi, Barbiana e la Parola, Barbiana e la Costituzione. Sono tre temi di grandissima attualità, che possono contribuire al dibattito culturale in atto, qui e adesso. Mettono al centro le scelte educative di don Lorenzo, le rivendicazioni della Lettera: la scelta dei poveri, il dovere di un’eguaglianza da garantire, il ruolo primario del Sapere nella formazione della Persona, il servizio dell’impegno civile a cui è chiamato ciascun cittadino.
Barbiana era una scuola unica. Irripetibile, come diceva lo stesso don Milani. Sicuramente migliorabile.
Barbiana non è il modello di scuola ideale. È una provocazione. Ma che ha la forza di parlarci ancora. E pretende di essere ascoltata.