Momenti per riflettere insieme sui danni terribili di questa guerra, ma anche solidarietà concreta. L’Ac ambrosiana ha realizzato nelle varie realtà locali, anche in collaborazione con parrocchie, decanati e altre associazioni, momenti di preghiera per la pace e un’iniziativa di raccolta fondi (andata molto bene) a Milano con Caritas Ambrosiana.
La città di Milano ai tempi del lockdown e una collana di storie vere costituiscono il filo conduttore di L’onda lunga, il docufilm realizzato dal giovane regista Simone Pizzi presentato, su iniziativa di Azione cattolica ambrosiana e Caritas diocesana, nella serata di martedì 15 marzo al Refettorio Ambrosiano.
Nel filmato il regista Simone Pizzi indaga storie vissute nei lunghi mesi del lockdown dove siamo stati obbligati a rimanere in casa: la badante bulgara che assiste un anziano e si ammala scoprendo di non avere sufficiente tutela; il portiere che perde il lavoro perché turisti e convegnisti non possono frequentare gli alberghi della città; una mamma immigrata che deve contenere la paura dei bambini spaventati dagli allarmi televisivi; una studentessa che, al primo anno universitario, non può assistere alle lezioni in presenza. «Ci sono nodi primari – dice il regista Simone Pizzi – da sciogliere in questo momento per poter pensare di costruire un nuovo futuro a partire dalla risposta solidale che tante realtà hanno già saputo produrre e che raccontiamo nel film».
Ecco perché l’incontro ha avuto una sua conseguenza ideale e solidale con il popolo ucraino. E il Refettorio si è trasformato in un luogo di solidarietà. La serata infatti si è conclusa con una raccolta straordinaria di offerte per sostenere le attività della Caritas per l’accoglienza dei profughi ucraini e per i bisognosi di Milano.
A Lodi, invece, hanno scelto di marciare per la pace. L’Ac diocesana, insieme a Meic, Fuci e la Consulta delle aggregazioni laicali, hanno organizzato un meeting di pace, lo scorso 26 febbraio, per l’Ucraina e le tante guerre dimenticate ma ancora attive sul pianeta. La solidarietà passa pure per il silenzio della preghiera. Non a caso nel volantino dell’invito al meeting c’era scritto: «non saranno previsti interventi ma la presenza silenziosa con lumini e qualche lettura sulla pace». Il primo nome dell’amore è esserci. Con queste parole del vescovo di Lodi, l’Ac diocesana ha voluto di nuovo manifestare la sua solidarietà attraverso una camminata per la pace anche domenica 13 marzo, tutti insieme per i fratelli e le sorelle dell’Ucraina.
«Le parole condivise risuonino al posto dei rumori della guerra: preghiamo insieme affinché riprenda il dialogo, primo passo di pace».
«Fare casa – scrive Raffaella Rozzi, presidente dell’Ac di Lodi, sul periodico dell’Ac lodigiana Dialogo – è ritrovarsi in uno spazio che custodisce le belle esperienze e le fragilità, i ricordi, le immagini dei nostri cari, le buone abitudini che ritemprano l’anima e il corpo, luogo di accoglienza. E di crescita dei nostri bambini, nido da cui spiccare il volo, porto sicuro per ogni ritorno. Questo vorremmo essere per coloro che fuggono dalla guerra, dalla carestia, dalla persecuzione. C’è un luogo e un tempo da abitare insieme, come fratelli e sorelle, costruire insieme il futuro che ci attende, a partire dal futuro presente che sono i bambini, i ragazzi e i giovani di questo pianeta. Vogliamo intraprendere un’esperienza di servizio alla Casa San Giuseppe come associazione perché camminare insieme porta più lontano. Condividere tra le generazioni un tempo di servizio significa moltiplicare il bene donato, restituire il bene ricevuto, trasformare in gesti concreti la bellezza di essere una grande famiglia associativa. Liberiamo tempo ed energie per “esserci, primo nome dell’amore”, come ci ha ricordato il vescovo Maurizio domenica sera».