Una campagna dominata dai social e dagli slogan. “Sono tantissimi i giovani che si candidano per il governo dei piccoli comuni” spiega il Presidente dell’Azione Cattolica Notarstefano
L’emergenza Covid ha tenuto le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre piuttosto in sordina. Eppure si tratta di un appuntamento di grande importanza, non solo per decidere chi guiderà le principali città, ma anche per definire i prossimi equilibri politici nazionali, mai così mutevoli come in questa legislatura che ha già visto tre governi e te maggioranze diverse. Si può dire che la prossima fase politica inizia con le amministrative e si conclude con la elezione (o la rielezione, vedremo) del Presidente della Repubblica, il cui settennato termina il 31 gennaio 2022.
Cinque anni fa fu il successo dei Cinque stelle a Roma, a Torino e in altre 17 città medio-piccole a segnare il cambio di fase, preludio all’esito delle politiche del 2018. Oggi i Cinque stelle sono in calo di consensi e alle prese con una difficile transizione guidata da Giuseppe Conte, alla prova da Segretario dopo l’esperienza da premier. Così come Enrico Letta, anch’egli al debutto elettorale come segretario del PD, oltre alla sua candidatura alle suppletive della Camera a Siena.
La situazione di partenza nei capoluoghi vede il Centrodestra e il Centrosinistra in perfetta parità, con mote interessanti sfide aperte, a cominciare da quella di Roma.
“Se si votasse oggi” spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento, “Fratelli d’Italia sarebbe, con il 20,8 %, primo partito nel Paese, seguito dalla Lega con il 20,3%; il Partito Democratico otterrebbe il 20%. Il Movimento Cinque stelle si attesterebbe al 16,8%; staccata al 7% Forza Italia. Per la prima volta, negli ultimi decenni, i 4 maggiori partiti italiani sono dentro una forbice inferiore ai 4 punti. E la distanza tra i primi tre si è ridotta a un punto: segno di una partita politica sempre più aperta”. Il test varrà per capire chi conta di più tra Salvini e Meloni per la guida del Centrodestra. A queste amministrative i cattolici non stanno a guardare. Le Acli, ad esempio, spiega il Presidente Emiliano Manfredonia, “hanno organizzato incontri di approfondimento e di dialogo per aiutare i cittadini a orientarsi in questa campagna elettorale che presenta alcune novità importanti. La prima è che i partiti fanno fatica a farsi riconoscere, mentre dall’altro lato crescono le liste civiche. L’altra novità è che ci troviamo di fronte a una campagna povera di cartelloni pubblicitari, di grandi iniziative di piazza. Sembra quasi che i social siano diventati il mezzo prioritario per presentare punti programmatici,liste, eventi elettorali. Ne rimane fuori una fetta di popolazione che quindi rischia di non partecipare a un appuntamento democratico fondamentale per la tenuta di una comunità, lasciando che il consenso sia orientato più dagli algoritmi che dal confronto tra idee e programmi”. Ma l’altra grande novità, come spiega il Presidente dell’Azione Cattolica, Giuseppe Notarstefano, è la voglia dei cattolici, soprattutto dei giovani, di mettersi in gioco.
“Noto un coinvolgimento di tanti candidati cattolici nelle liste elettorali. Abbiamo la sensazione che ci sia un’interessante apertura in questo senso. Il livello locale appassiona, è tutto un fiorire di liste civiche, storie ed esperienze che maturano all’interno di percorsi di formazione, di laboratori di cittadinanza, non certo di iniziative improvvise. Molti vengono dall’esperienza associativa. tanti ragazzi sono ritornati al Sud per il lockdown e hanno deciso di ripensare la loro presenza facendo politica, a partire dai piccoli Comuni. Ma non so se i partiti avranno la capacità di intercettare questa voglia di impegno e di rinnovamento giovanile”.
Famiglia cristiana, 26 settembre 2021