LA STORIA DELL'AC

Il crollo dell’affluenza in occasione delle ultime elezioni politiche (alle quali ha votato solo il 63,91% degli aventi diritto), ci ricorda sia l’incapacità del nostro sistema politico di incanalare al suo interno le migliori energie presenti nella società, sia l’esistenza di un clima di diffusa sfiducia sulla capacità delle nostre istituzioni rappresentative di raccogliere e fare sintesi delle istanze e dei bisogni dei cittadini e di tradurle in politiche idonee a incidere effettivamente sulla qualità della vita delle persone.

Nella distanza tra cittadini e istituzioni fotografata da questo accostamento si manifesta quella crisi della democrazia rappresentativa di cui si discute da tempo in Italia, senz’altro aggravata dall’accentuarsi della crisi economica e dal progressivo aumento delle disuguaglianze a seguito dei tragici eventi che hanno segnato e ancora segnano il nostro tempo (su tutti la pandemia e la guerra ancora oggi in corso).

Una crisi che non riguarda e interroga solo i partiti politici (che appaiono sempre più come meri centri di potere e non come canali effettivi della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica) e le istituzioni (strette tra l’esigenza di governare la complessità e di dare risposte tempestive e adeguate ai problemi del nostro tempo e quella di non sacrificare la dimensione pluralista e partecipata dei processi decisionali pubblici) ma che interpella tutti noi come cittadini – e come cristiani – e ci chiede di riflettere sull’efficacia del nostro impegno per una cittadinanza attiva e consapevole.

Se ne discuterà al XLIII Convegno Bachelet, “Rigenerare la democrazia. Partecipazione, cultura politica, riforme”, promosso dalla Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e dall’Istituto per lo studio dei problemi sociali e politici “Vittorio Bachelet”, a Roma il 10 e l’11 febbraio 2023 presso il TH Domus Mariae, via Aurelia, 481 (Note tecniche). Dedicato alla memoria del giurista e presidente nazionale dell’Ac, barbaramente assassinato dalle Brigate rosse il 12 febbraio 1980, il simposio si articola in due sessioni di lavoro: venerdì 10 febbraio pomeriggio (dalle 15.30 alle 18.30), La democrazia rappresentativa in Italia: fragilità, potenzialità e percorsi di rinnovamento; sabato 11 febbraio mattina (dalle 9.00 alle 13), Le sfide della democrazia in trasformazione (a partire dalla lotta alle disuguaglianze fino alla promozione di uno sviluppo sostenibile). A chiudere i lavori, la presentazione del progetto di cultura politica “(Parole) di Giustizia e di Speranza”e la consegna del Premio “Vittorio Bachelet” per tesi di laurea edizione 2022.

Saluti e introduzione dei lavori, Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Ac, Franco Miano, presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto “Vittorio Bachelet”. Partecipano al Convegno: (Sessione del venerdì) Giovanni Guzzetta (Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”), Francesco Pallante (Università degli Studi di Torino) e Giovanni Tarli Barbieri (Università degli Studi di Firenze), introduce e modera gli interventi il giornalista Marco Damilano; (Sessione del sabato) Floriana Cerniglia (Università Cattolica del Sacro Cuore), Nicola La Sala (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), Marcella Mallen (Libera Università Maria SS. Assunta) e Sebastiano Nerozzi (Università Cattolica del Sacro Cuore), introduce e modera gli interventi il giornalista Marco Iasevoli.

Venerdì 10 febbraio alle ore 18.45, presso la Chiesa della Domus Mariae, mons. Gualtiero Sigismondi, assistente ecclesiastico generale dell’Ac e vescovo di Orvieto-Todi, presiederà una Santa Messa in memoria di Vittorio Bachelet, nel 43° anno dalla sua morte.