È celebre il motto scelto da don Lorenzo Milani per la parete della scuola di Barbiana. Egli stesso racconta: «Su una parete della nostra scuola c’è scritto in grande I care. È il motto intraducibile dei giovani americani migliori: “Me ne importa, mi sta a cuore”. È il contrario esatto del motto fascista “Me ne frego”» (da Lettera ai giudici, in L’obbedienza non è più una virtù). La realtà mi sta a cuore, dunque. Quello che mi succede intorno, mi importa. Quello che succede alla mia comunità, alla mia nazione, al mondo intero mi riguarda. Perciò mi considero responsabile di quello che accade e vi prendo parte, per prima cosa studiando e cercando di capire cosa succede e perché. In altri termini, la cura si fa politica, principio su cui costruire il bene comune, accogliendo le sfide del tempo. Questo, in estrema sintesi, l’insegnamento del prete di Barbiana.
Per incentivare una politica della cura, e una cura che si fa politica, – come testimonia l’opera tutta di don Milani – occorre in primo luogo solleticare la curiosità intellettuale, o, meglio ancora, allenare la persona a porsi interrogativi sulla realtà sociale, politica, scientifica, religiosa in cui essa vive: occorre coltivare in ciascuno la capacità di prestare attenzione alla realtà.
È questo lo scopo del Seminario Bachelet I CARE. Le sfide possibili per una politica della cura, organizzato dall’Istituto dell’Azione Cattolica per lo studio dei problemi sociali e politici “Vittorio Bachelet”, in collaborazione con il Settore Giovani di AC, il Movimento studenti di AC (MSAC) e agli universitari della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI).
Giunto alla sua 38ª edizione, il Seminario Bachelet di quest’anno nel rendere omaggio a don Lorenzo Milani, in occasione del centenario della sua nascita, intende dunque già dal titolo rilanciare gli insegnamenti del prete di Barbiana, testimone più che mai attuale di una fattiva politica della cura.
L’appuntamento è per sabato 10 giugno 2023 (dalle ore 15.30) presso il TH Roma Domus Mariae (Sala MAXXI), via Aurelia 481. Le introduzioni saranno a cura di Franco Miano, Presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto “Vittorio Bachelet”, e di Carmen Di Donato, Presidente nazionale della FUCI. Il seminario sarà moderato da Lorenzo Pellegrino e Ludovica Mangiapanelli, Segretario e vicesegretaria del MSAC.
In programma gli interventi di: Luca Alici, docente di Filosofia politica, Università degli studi di Perugia; Ilaria Vellani, docente di Filosofia, Liceo statale “R. Corso” di Correggio (RE); Maria Cristina Rosaria Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani; Tommaso Cappelli, socio dell’AC di Faenza-Modigliana. Le conclusioni del Seminario saranno a cura di Emanuela Gitto, Vicepresidente nazionale dell’AC per il Settore Giovani, e Agatino Giuseppe Lanzafame, Direttore dell’Istituto “Vittorio Bachelet”.
La strada da fare è tanta, ce lo ricorda papa Francesco delineando le basi di «una “grammatica” della cura: la promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato». Ma è lo stesso pontefice a indicare il cammino: «In un tempo dominato dalla cultura dello scarto, di fronte all’acuirsi delle disuguaglianze all’interno delle Nazioni e fra di esse, vorrei dunque invitare i responsabili delle Organizzazioni internazionali e dei Governi, del mondo economico e di quello scientifico, della comunicazione sociale e delle istituzioni educative a prendere in mano questa “bussola” dei principi sopra ricordati, per imprimere una rotta comune al processo di globalizzazione, una rotta veramente umana» (La cultura della cura come percorso di pace, Messaggio per la 54ª Giornata mondiale della pace 2021). È su questa rotta che si muove il XXXVIII Seminario Bachelet.