La 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani che si svolge a Taranto dal 21 al 24 di ottobre, è un momento davvero importante non solo per la Chiesa italiana e per il laicato, ma anche per tutto il “sistema” Paese. Veniamo da un paio di anni in cui la pandemia ci ha costretto a rivedere alcune cose della nostra vita comunitaria: lo stare insieme, la cura delle relazioni, i cambiamenti nel mondo del lavoro, la “digitalizzazione” di massa, ma è anche vero che la crisi ha acuito quelle difficoltà economiche e sociali che già il corpo sociale stava sperimentando negli anni precedenti.
Così, oggi, parlare di ecologia integrale, sull’esempio del magistero di papa Francesco, non è solo una scelta di parte, ma proprio una predisposizione a mettere in relazione economia e lavoro, ambiente e cura del creato, sostenibilità ambientale e revisione degli stili di vita. In una parola: pensare al futuro. Attraverso la Politica con la P maiuscola.
Anche un’associazione come l’Azione cattolica, ben radicata nel territorio, darà il proprio contributo ai lavori di Taranto nell’ottica del cambiamento. Durante questo tempo di pandemia molte associazioni territoriali e diocesane, oltre che parrocchiali, hanno rivisto il “modo” e il “fare” del loro impegno associativo a favore non solo della comunità ecclesiale, ma anche dei territori e i luoghi in cui esse vivono. Sono centinaia e centinaia le esperienze che hanno praticato, nel concreto, l’ecologia integrale e si sono rese disponibili, nelle città e nei paesi, per non parlare delle periferie delle grandi metropoli, a riconsegnare alla comunità civile stili di vita basati su solidarietà e resilienza. Il Bilancio di sostenibilità 2021 dà notizia di questi nuovi impegni.
«Papa Francesco ci sprona a ripartire dalla cura della nostra casa comune – spiega Giuseppe Notarstefano, presidente di Azione cattolica italiana e membro del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali –. Il tema stesso della sostenibilità e del nuovo modello di sviluppo è un tema che ci accomuna, e ci stimola a trovare delle strade, degli itinerari che si giocano su diverse prospettive. Quelle delle politiche alte, delle strategie, dei piccoli cambiamenti, delle trasformazioni micro, a livello individuale, personale, di organizzazione, di impresa, di singola istituzione, di singolo gruppo, di singola realtà territoriale. L’ecologia integrale è la visione all’interno della quale noi collochiamo questo percorso di trasformazione e di transizione, una visione che definisce le coordinate di un nuovo modello che tiene conto della complessità ed è alla ricerca dell’integrazione e dell’interconnessione sia nell’approccio alla risoluzione dei problemi (interconnessione tra i saperi e le dimensioni conoscitive), che nell’integrazione a livello di responsabilità di percorsi di azione, nel riconoscimento che il dialogo, a tutti i livelli, come scrive il Papa sia nella Laudato si’ ma ancora di più nella Fratelli tutti, diventa un elemento importante per ridefinire, rigenerare le prassi politiche concrete».
In questo senso, la parola futuro diventa la parola fondante di un nuovo progetto dove la sostenibilità e la generatività sociale orientano le scelte.
«L’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile – continua Notarstefano – è certamente uno strumento di governo nella transizione verso un’ecologia integrale. Rispetto a questo c’è anche il fatto che le Settimane sociali sono un’espressione di sinodalità. Lo abbiamo visto, nonostante la pandemia, anche nel percorso che ha preparato le giornate di Taranto: la partecipazione e l’elaborazione è stata fatta insieme. Stiamo elaborando un modello di alleanza, un paradigma per un nuovo dialogo sociale per stare dentro la sfida del cambiamento secondo però uno stile che è ispirato all’amicizia sociale e alla fraternità. C’è un agire insieme (l’approccio comunitario), un pensare insieme (l’intelligenza complessiva), e una visione di insieme, non specialismi, non riduzionismi, ma la capacità di tenere insieme, in una visione globale che è quella appunto dell’ecologia integrata.
Il Vangelo ha una prospettiva e un contenuto ineludibilmente sociale. Il cambiamento che il Vangelo ci invita a fare è una conversione che si legge nelle trasformazioni che abitano la convivenza civile, le forme economiche, le forme sociali, le istituzioni, la politica.
Se Taranto sarà questo, come tutti ci auguriamo, allora il cambiamento già, oggi, è possibile.
Come comunità di credenti dobbiamo riscoprire quella forza di abitare in profondità questo tempo, di vivere in tutte le sue sfumature le sue criticità, fatiche, drammi, contraddizioni, ambiguità, vivendo in pienezza e condividendo, costruendo percorsi di fraternità e di amicizia sociale.
Il percorso sinodale che la Chiesa italiana ha di fronte è una grande opportunità e le Settimane sociali sono un’espressione che questo percorso sinodale è una straordinaria e feconda espressione di vita ecclesiale».